giovedì, Marzo 28 2024

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Che la famiglia sia una pietra fondamentale nella costruzione dell’edificio sociale è senza dubbio un assioma che non ha bisogno di alcuna dimostrazione. Un assioma però che al giorno d’oggi è fortemente esposto a una continua contestazione e a tentativi di revisione da parte di forze politiche ed economiche, oltre ad essere messo sotto accusa dall’ideologia gender in tutto l’Occidente.

Tuttavia, nessuno mette in dubbio che la famiglia sia stata in passato il fondamento dell’economia tradizionale. Ma se qualcuno oggi suggerisse di ritornare a quel modello economico come chiave per superare l’attuale crisi del tardo capitalismo, l’idea apparirebbe certamente ai più come grottesca e surreale. Tuttavia, a ben pensarci, non sarebbe un’idea poi così utopica e fuori da ogni logica, come documenta un originale libro di Josep Miró i Ardevol intitolato Una nueva teoría de la familia, Ed. Círculo Rojo, 2015, 256 pp.

La famiglia come chiave di svolta per uscire dalla crisi economica

Il libro del professor Miró i Ardevol afferma che nell’attuale situazione economica, la famiglia può essere una variabile determinante nella soluzione della crisi. L’uomo è infatti di natura un essere sociale e le sue dinamiche personali e familiari possono intrecciarsi con quelle professionali in modo proficuo, facilitando e permettendo lo sviluppo di un modello economico reale e concreto.

Quando una persona cresce in un contesto che non salvaguardia la sua identità antropologica e naturale, è normale l’attivazione di una serie di meccanismi di protezione dei propri diritti con la conseguente crescita di determinati costi di regolazione e controllo. Proprio a quest’ultimi costi si riferisce Josep Miró quando parla di costi transazionali. Quando un economia non è basata al contrario su una concezione antropologica della società e una difesa forte dei diritti naturali, dedica invece molte risorse alla credibilità istituzionale, intesa come trasparenza e responsabilità.

L’autore osserva come negli Stati Uniti si sia verificata in questi ultimi anni un aumento della spesa pubblica proprio per sostenere determinate operazioni in tal senso. Quando la produzione di nuovi prodotti e servizi soffre di costi elevati, l’economia ne risente pesantemente. Da questa osservazione, è evidente come l’autore affermi che le aziende destinate a durare nel tempo non sono quelle di natura “transazionale”. Al contrario quelle che cambiano la vita delle persone – e che gli studiosi chiamano aziende performative – sono quelle destinate a resistere nel lungo termine.

L’insieme delle relazioni umane che si intrecciano in campo sociale, economico e di impresa, è chiamato da Josep Miró il capitale sociale, termine usato a partire dalla seconda metà del XX anche con altri nomi simili: economia civile, economia della gratuità, del dono o della comunione. Il capitale sociale include una serie di elementi quali l’educazione in famiglia, la fiducia e lo sviluppo delle capacità umane, tutti fattori chiave per una economia dallo sviluppo sostenibile e a lungo termine.

Al capitale sociale si unisce poi anche un capitale morale che è il risultato prodotto da rapporti umani basati sulla appartenenza ad una religione, a un gruppo di opinione o a una tradizione morale comune e che ci portano a cercare relazioni sociali più ampie e profonde. Proprio questo ultimo tipo di relazioni, nate dal capitale morale, sono secondo l’autore le più feconde.

La famiglia come centro di sviluppo formativo, sociale e creativo

Nel quarto capitolo l’autore descrive come il collegamento tra l’età della popolazione e l’impulso creativo di tutta la società sia diventa ancora più forte ed evidente. Il futuro dell’Europa e di altri paesi economicamente avanzati dipenderà dallo sviluppo delle famiglie numerose.

A mio parere, la tesi principale dell’autore è che la società economica può essere riformata a partire dall’istituzione familiare. La sua argomentazione si basa su dati statistici e studi scientifici che sottolineano che quando la famiglia funziona come centro di formazione, le istituzioni educative risparmiano denaro. Quando la famiglia è motore di creatività, si riscontra un maggiore impulso di iniziativa in campo civile e sociale. Da qui l’autore attribuisce grande importanza al “capitale umano” come la chiave per il cambiamento economico.

Gli studi sociologici rigorosamente forniti dall’autore si basano su un presupposto antropologico spesso dimenticato. I problemi della società, che in alcuni casi sono causati dalla tecnologia, non ammettono solo soluzioni tecnologiche. La soluzione infatti molto spesso non può essere solo di tipo tecnologico e materiale, ma anche di tipo spirituale. Promuovere la crescita della popolazione come misura di uno sviluppo sociale ed economico sostenibile nel lungo termine, dovrebbe essere uno sforzo di traduzione della realtà antropologica e naturale di un sistema serio e credibile.

La famiglia alla base di un nuovo modello economico

In definitiva, il libro del prof. Miró i Ardevol riassume un grande sforzo di tradurre l’importanza della famiglia nell’attuale società, soprattutto in termini economici. Tuttavia, sembra importante sottolineare che il valore della famiglia non si limita ad essere solo una fonte di risparmio sociale, un generatore di creatività o una fonte per lo sviluppo di talenti personali e di abilità umane. La famiglia è l’istituzione naturale dove gli uomini possono guardare ad una ulteriore crescita spirituale oltre che sociale ed economica.

L’istituto familiare è inteso non solo dal punto di vista della sua utilità economica. La famiglia infatti raggiunge il suo più grande significato se genera un cambiamento del punto di vista della cultura dominante. Se tale cultura può cambiare attraverso lo sviluppo di famiglie numerose, può cambiare anche l’uso degli strumenti economici utilizzati.

Il libro è di grande interesse per gli studiosi di aree economiche e sociali che hanno familiarità con l’importanza dell’istituzione familiare in termini macroeconomici: il risparmio, lo sviluppo sostenibile, lo sviluppo sociale, la creatività umana, etc. E’ un libro adatto anche per chiunque sia interessato a filosofia politica e teoria delle organizzazioni, perché, alla fine, la famiglia è la cellula della società umana, intesa come organizzazione democratica, civile e spirituale.

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