mercoledì, Aprile 17 2024

Quante volte vi è capitato di voler vedere un film in famiglia e non sapere quale scegliere?

Certo, accomunare i gusti di tutti non è impresa facile ma alcune storie mettono d’accordo proprio tutti. Come il Film “Jojo The Rabbit” uscito nelle sale meno di un anno fa ed ora disponibile in home video.

La maggior parte dei film che trattano un periodo buio e tragico come quello del secondo conflitto mondiale, tende a portarci in una dimensione dentro il quale riusciamo a distinguere nettamente il bene e il male.

Si tratta per lo più di film drammatici dove il “male” è rappresentato dai “cattivi”, coloro che si sono macchiati di crimini orrendi contro l’umanità: i nazisti. Questo film riesce ad uscire fuori dal seminato, mostrandoci con toni leggeri come il rispetto verso l’altro, la tolleranza, l’amore superano barriere e si rendono principi universali.

Siamo nella Germania nazista del 1945, prossima al tracollo, e la viviamo attraverso gli occhi di Johannes Jojo Betzler, un bambino di 10 anni che ha come amico immaginario un buffo Adolf Hitler. Jojo non ha notizie di suo padre che da due anni combatte al fronte , la sorella è deceduta a seguito di una brutta influenza e la madre passa gran parte del suo tempo fuori casa.

Cresciuto con il mito di Hitler, nella fedeltà cieca per il Regime e nella convinzione che gli ebrei sono creature strane e cattive: è un fervente mini-nazista perfettamente integrato nella gioventù hitleriana che ha giurato di dedicare tutte le sue forze ed energie al salvatore della patria.

È come se il destino del piccolo Jojo fosse segnato: cresciuto in un clima di violenza e odio verso l’altro (che per lui rappresentano la normalità), Jojo non potrà mai cambiare!

Ma, in occasione di uno dei “fantastici week end di addestramento”, in cui militari simili a capi Scout insegnano ai ragazzini a “divertirsi” a colpi di “Heil, Hitler” e granate, viene svelato per la prima volta l’animo innocente del ragazzo.

“Uccidi! Uccidi! Uccidi!” intorno a lui in coro compagni più grandi gli ordinano di uccidere un coniglio, come dimostrazione di forza. Nonostante la pressione dei compagni bulli Jojo non cede; rifiuta di uccidere il coniglio e prova a liberarlo venendo umiliato e preso in giro con il nomignolo “Rabbit”.

Dopo una breve conversazione col suo amico immaginario, torna e lancia una granata senza permesso per dimostrarsi coraggioso, ma il lancio inesperto non fa altro che procurargli delle ferite. Costretto a una convalescenza forzata, scoprirà che in casa non è da solo, con lui c’è Elsa.

Elsa è una vecchia compagna di classe della sorella defunta, è poco più di un’adolescente, ama il disegno, le poesie ma soprattutto è Ebrea. Un dettaglio che il piccolo Jojo non può sottovalutare.

Nemici dichiarati, i due sono costretti a convivere, lei per restare in vita, lui per proteggere sua madre che ama più di ogni altra cosa.

I due si ritrovano così a passare diversi momenti insieme e presto l’amore e l’amicizia, più forti dell’odio razziale, si faranno largo nell’animo del ragazzo.

Jojo ed Elsa si aiuteranno a vicenda a superare momenti difficili fin quando il condizionamento del ragazzo, incarnato nell’amico immaginario Adolf Hitler, sparirà del tutto. La consapevolezza di Jojo lo spingerà a prende letteralmente a calci il suo idolo opponendo al farfugliamento nazista il valore della poesia e dell’amicizia.

Il filo rosso di tutta la trama è l’amore. Diversi momenti e diversi personaggi ci dimostrano che il bene è più forte del male, che l’amicizia è un valore che si costruisce e si rende indispensabile ma soprattutto che la paura del diverso non è che una gran bugia che si sconfigge con il dialogo e l’apertura.

Questo film ci dimostra, in una chiave leggera, che nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza e così come impariamo ad odiare possiamo imparare ad amare; perché l’amore resta un sentimento più naturale e forte dell’odio.

La trama non è stata svelta del tutto: prendetevi un po’ di tempo insieme alla vostra famiglia e godetevi il film!

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