lunedì, Dicembre 9 2024

La domanda è ormai sempre più di attualità: in che modo e in quale misura i figli insegnano ai propri genitori ad usare i nuovi media digitali?

Una delle possibili risposte a questo interrogativo lo possiamo trovare nell’articolo scritto da Teresa Correa – Bottom-Up Technology Transmission Within Families: Exploring How Youths Influence Their Parents’ Digital Media Use With Dyadic Data pubblicato sul “Journal of Communication”, n. 64 (2014) pp. 103–124 -nel quale l’autrice analizza come i giovani influenzano la conoscenza e l’apprendimento dei mezzi di comunicazione digitale dei loro genitori e quali fattori intervengono in questo processo.La ricerca è stata realizzata a Santiago del Cile, città con un alto livello di diffusione della tecnologia. I risultati dello studio possono comunque essere applicati anche ad altri paesi con caratteristiche simili per quanto riguarda il livello di penetrazione dei mezzi digitali.

Socializzazione e processi di apprendimento

Secondo l’autrice, il divario digitale può essere associato a vari fattori come il sesso, l’età ed il livello socio-economico. Come è ben risaputo infatti, e anche inevitabile in questa epoca di cambiamenti tecnologici, le generazioni più giovani mostrano una grande familiarità e dimestichezza con le nuove tecnologie, sicuramente maggiore rispetto a quella che manifestano i loro genitori o i loro nonni, che apprendono le continue novità digitali proprio grazie a figli e nipoti. Questo processo di apprendimento – che parte dai giovani verso gli adulti – rende evidente il ruolo dei figli come nuovi agenti di influenza nei processi di socializzazione, invertendo il tradizionale modello. Questo cambiamento favorisce l’entrata di idee nuove e fresche nelle famiglie, trasformando i ragazzi in veri e propri “opinion leaders nell’adozione de lle nuove tecnologie da parte dei loro genitori.” Per quanto riguarda il sesso, l’autrice segnala delle differenze sul livello di influenza che i giovani esercitano sui loro genitori, essendo di norma i figli maschi più propensi e disponibili ad insegnare ai genitori come utilizzare internet. A seconda dello status socioeconomico, Correa evidenzia inoltre che i giovani con un livello socioeconomico più basso possono agire come intermediari tra la famiglia e l’ambiente esterno nell’uso delle nuove tecnologie.Tra le altre differenze segnalate nell’articolo c’è il livello di autorità paterna. Come risulta ovvio, quanto più è autoritaria e severa l’educazione dei genitori, minore sarà l’influenza che i figli avranno su di loro nell’uso dei media digitali. Diversamente, se genitori e figli hanno un’interazione quotidiana maggiore tra di loro, quest’ultimi avranno più possibilità di trasmettere la propria esperienza digitale, ed i genitori saranno maggiormente disposti ad accogliere e fare proprie queste nuove idee.

La metodologia

La ricerca ha adottato una metodologia mista, combinando insieme interviste approfondite e questionari. Nella fase iniziale sono stati raccolti dati di tipo qualitativo – con 28 interviste semistrutturate rivolte separatamente sia ai figli sia ai loro genitori, tutti di differenti livelli socioeconomico, in modo da rispecchiare proporzionalmente l’universo di riferimento. Nella seconda fase è stato somministrato invece un questionario per genitori e figli – 251 questionari in tutto – sull’utilizzo delle tecnologie. I ragazzi  tutti tra i 12 ed i 18 anni – e i loro rispettivi genitori, sono stati selezionati in tre scuole di Santiago del Cile, dove è stato possibile trovare i tre standard sociali più rappresentativi della popolazione.

Risultati

L’analisi quantitativa sull’influenza dei giovani sui loro genitori nell’apprendimento dei media digitali, ha messo in evidenza che i figli svolgono un ruolo centrale in tutte le tecnologie vagliate nello studio. Si evidenzia inoltre che i bambini si sentono più influenti sul processo di apprendimento dei loro genitori a seconda di come giudicano i loro stessi genitori questa influenza. In generale, l’analisi dei risultati suggerisce che esiste una linea di trasmissione dell’apprendimento tecnologico che va in una direzione dal basso verso l’alto, senza tuttavia esagerare, poiché le interviste rivelano che i genitori impararono anche per altre vie a superare le loro mancanze e lacune tecnologiche.

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