giovedì, Giugno 1 2023

La chiave di lettura per rispondere al quesito posto dal titolo,
orientamento sessuale o esistenziale, sta proprio qui, nei due documentari
che commento di seguito.

Non sono discorsi. Paul, Rilene, Dan e Rubén, sono quattro persone vere, in
carne ed ossa che condividono davanti ad una telecamera un’esperienza molto
simile: raccontare la loro decisione di rinunciare alla loro attrazione
verso persone dello stesso sesso, e di abbandonare il loro stile di vita
immorale e disordinato, per accogliere Dio nei loro cuori. La loro è
un’esistenza vissuta senza regole e limiti, apparentemente piena di
successi. Ma allo stesso tempo si rivela un’esistenza piena di grande
sofferenza interiore, di travaglio e di ricerca, fino a che non trovano la
chiave di svolta che permette loro di cambiare le proprie vite.

Certo, continuano ad avere le stesse tendenze, ma ora hanno trovato il vero
senso della propria esistenza. Stiamo parlando dei protagonisti di due
documentari che sono stati realizzati recentemente in inglese ed in
spagnolo: ”


The desire of everlasting hills



e ”

Te puede pasar a ti

” (Capitolo 2). Nel primo documentario, Paul, Rilene e Dan, con l’aiuto di
un intervistatore, raccontano la loro esperienza in modo sereno, con uno
sguardo di affetto verso quelle persone che hanno incontrato sulla propria
strada: da tutti hanno imparato qualcosa. Le loro storie sono raccontate in
modo parallelo e ripercorrono le loro vite, offrendoci una visione profonda
dei loro desideri più intimi, delle loro preoccupazioni, dei loro
sentimenti, dei loro risultati e fallimenti fino al momento in cui
trovarono Dio.

Nella prima parte del secondo documentario invece, il regista Juan Manuel
Cotelo racconta la storia di Rubén, mostrando, con l’aiuto di alcuni
attori, alcune fasi della sua vita, partendo dalla premessa – che suona
come un mea culpa – che a volte alcuni cristiani non hanno saputo
accompagnare e aiutare le persone omosessuali. Nella seconda parte invece
propone questa stessa storia a diverse persone che hanno vissuto
un’esperienza simile (un ragazzo gay che non ha nessuna motivazione alla
conversione o a cambiare un determinato stile di vita) e commenta le loro
impressioni.

Entrambi i documentari offrono un’esperienza reale, senza pretese
moralizzatrici. “The desire of everlasting hills” propone
la storia in una chiave più lineare dal punto di vista della narrazione, in
un modo semplice ma diretto, lasciando agli stessi protagonisti il compito
di parlare e di raccontare i loro sentimenti e le loro attuali sensazioni,
senza entrare in eccessivi dettagli. Questo aiuta ad entrare nelle vesti
dei personaggi e a capire tante cose.

Te puede pasar a ti: Rubén

Il documentario “Te puede pasar a ti” segue uno schema
narrativo diverso perché parte dalla storia di Rubén come spunto per
generare il dialogo con altri personaggi: ci offre l’interazione tra Rubén
(attraverso la sua storia), e personaggi con attrazione verso persone dello
stesso sesso. Questo documentario ha sicuramente una maggiore forza
dirompente rispetto all’altro, é pensato più per persone che non
condividono determinate visioni sul modo di affrontare l’omosessualità. Per
questo motivo, alcune scene potrebbero sembrare crude e forti, per essere
pensato in funzione di un determinato pubblico, e forse sembrerebbero più
adatte ad un ambiente ostile, ma sono altrettanto efficaci. Rubén ci
racconta la sua storia fatta di relazioni squallide e di prostituzione fin
dalla prima giovinezza. Trascorre lunghi anni di vita sfrenata e senza
regole fino a che decide di fare un patto con Dio. Frenare gli eccessi in
cambio di un lavoro. Dio fa qualcosa in più: lo cambia progresivamente,
malgrado scopra di essere affetto da AIDS.

The desire of everlasting hills

L’altro documentario ha per protagonisti le storie di tre ragazzi: Paul,
Dan e Rilene.

Paul riconosce di avere avuto molti compagni nel corso di una vita sfrenata
e promiscua. Una notte, vedendo la televisione, chiama il suo compagno Jeff
per ridere insieme di una suora che sembra un pirata solo perché porta una
benda sull’occhio. Non sa che si chiama Madre Angelica e che ha avuto un
drammatico ictus. Mentre si burlano di lei, lo colpisce al cuore una frase
pronunciata proprio da quella suora sull’amore di Dio verso i suoi figli.
Passa poco tempo che, di nascosto, Paul torna a cercare nuovamente quel
canale televisivo, senza farsi scoprire dal suo compagno. Dio inizia ad
entrare piano piano nella sua vita, fino a che decide un giorno di andare
in una Chiesa a confessarsi.

Dan ci racconta invece di tutta la sua rabbia per tutto quello che provava
interiormente e per la sua angoscia ogni volta che contemplava la cupola di
una Chiesa vicino alla quale passava frequentemente in automobile. Inizia
una relazione con un ragazzo, Jason fino a che, con sorpresa, si sente
attratto verso una collega di lavoro. Incomincia a uscire con questa
ragazza, Kelly fino a che scopre che la donna non vuole avere figli né una
famiglia. Si lasciano dopo un anno e quando decide di tornare a cercarla si
accorge che ha già un altro uomo. Rimane profondamente deluso e pieno di
sconforto e dopo un lungo travaglio, si mette di nuovo alla ricerca di Dio.
Ora sente la sua protezione ogni volta che vede la cupola di una Chiesa
dall’automobile.

La terza storia ci racconta di Rilene e dei suoi 25 anni vissuti insieme a
Margo, la sua compagna, e della sua frustrazione per il fatto che nessun
ragazzo gli aveva chiesto di uscire durante la scuola né durante il periodo
dell’università. Inizialmente la vita era stata generosa con lei, grazie ad
un lavoro e ad una buona condizione economica. Anche la loro relazione
andava bene. Tuttavia con il tempo, Rilene sente che qualcosa non va più
bene e inizia a pensare che fosse colpa del ritmo del suo lavoro che lo
costringeva a viaggiare frequentemente. Piangeva a volte e sentiva dentro
una forte solitudine quando ritornava in aereo a casa ad Atlanta.
Improvvisamente, tutto cominciò a girare male: gli investimenti economici,
problemi lavorativi di vario genere, che naturalmente furono causa di
tensione e di forte crisi. Nel 2008 la compagna Margo gli prospetta la
possibilità del matrimonio gay in California. Rilene tuttavia decide di
mettere fine alla loro relazione. La solitudine lo persegue e si rende
conto che, in realtà, si era sempre sentita sola. Il suo terapista gli
parla della relazione con Dio. Finisce per parlare con Padre Bob e inizia a
provare la pratica religiosa. Poco tempo dopo, a Margo viene scoperto un
cancro e Rilene l’ assiste con affetto negli ultimi mesi della sua vita,
per fargli sentire il suo calore e la sua vicinanza. Vuole farle sapere
che, nonostante non avesse accettato di proseguire lo stile di vita che
avevano avuto negli anni scorsi, le voleva ancora molto bene, anche se in
un modo diverso.

Orientare l’esistenza e la sfera affettiva

Come interpretare il messaggio di questi due documentari? Si tratta di
esperienze di vita da condividere con semplicità, senza imposizioni e
giudizi, raccontate con gentilezza e affetto nonostante tocchino dure
situazioni esistenziali. Ogni storia ha un protagonista reale, in carne ed
ossa, e tutta una serie di sentimenti in contrasto tra loro che escono dai
loro cuori. Non si danno ricette né soluzioni. Si ride, si piange, si
soffre e ci si emoziona. Alla fine rimane la gioia di trovare, finalmente,
un Dio personale attraverso la confessione e attraverso l’incontro con
altre persone. Le storie trasmettono l’emozione e la pace di essere tornati
a casa, di avere ricevuto una speranza che è necessario trasmettere anche
ad altri, di avere trovato un senso agli affetti e alle pulsioni che
inizialmente avevano fatto smarrire i protagonisti. Conoscere tutto questo
mondo interiore, ci aiuta ad ascoltare, a capire meglio e ad accettare le
persone come sono, aiutandole a scoprire la purezza e la pace attraverso la
fede.

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