lunedì, Dicembre 2 2024

I film d’amore spesso presentano delle storie che ricalcano alla perfezione dei cliché prestabiliti.

Pensiamo ad esempio alla classica scena in cui uno dei due futuri sposi abbandona l’altare giusto in tempo per andare incontro alla persona che ama realmente, la quale – puntualmente – ha fatto una gran corsa per raggiungere il luogo in cui si sarebbero dovute celebrare le nozze per tentare di interrompere la cerimonia. Uno dei film con questo finale è ad esempio la commedia romantica del 2001, The wedding planner, con Jennifer Lopez, diretto Adam Shankman.

Vi è poi un altro copione visto e rivisto: quello in cui un uomo e una donna, un tempo innamorati alla follia, si incontrano di nuovo dopo essere stati separati per anni. Il ritorno di fiamma è inevitabile e dopo aver superato una serie di problematiche legate alle nuove condizioni di vita dell’uno e dell’altro, i due possono finalmente tornare insieme. Si racconta una storia con questa tematica in Letters to Juliet, un film del 2010, diretto da Gary Winick.

Vi è poi la tipica storia che nasce tra due amici/nemici, che si detestano, ma al tempo stesso si attraggono e che, solitamente, finiscono per innamorarsi dopo aver affrontato un’avventura che li ha obbligati a trascorrere molto tempo insieme, portandoli a conoscersi meglio e ad apprezzarsi di più. Un esempio di questo genere è Principe azzurro cercasi, film del 2004 diretto da Garry Marshall.

E poi ci sono l’uomo o la donna divorziati o con un matrimonio in crisi che trovano nuovamente l’amore al di fuori della loro unione sponsale… Ormai disillusi e frustrati, incontrano qualcuno che li porta a credere nuovamente nell’amore. Quei sentimenti forti, morti nella prima unione, risorgono allora in questa seconda relazione. Una storia di questo tipo è proposta, ad esempio, nel film All you need is love, diretto da Susanna Bier.

Non di rado questi cliché si intrecciano e si sovrappongono. Tuttavia, ora ci soffermeremo solo sull’ultimo.

Nessun matrimonio è esente da crisi

Non è questa la sede adatta per esporre concetti noti a chi si occupa di terapia famigliare o di coppia, ma è abbastanza risaputo il fatto che ogni matrimonio possa attraversare periodi di crisi, più o meno lungo e più o meno intenso…

Nessun legame – tantomeno un legame di tipo sponsale, caratterizzato da convivenza ed esclusività – è privo di problemi e di certo può capitare a tutti gli sposi di non sentirsi più felici al fianco del proprio coniuge. Si può arrivare persino a non riconoscere più la persona amata nell’uomo o nella donna che ci si ritrova al proprio fianco.

Una domanda quindi sorge spontanea: qual è la soluzione?

Un impegno definitivo che ha bisogno di cure nel tempo

È doveroso specificare che stiamo parlando di matrimonio, non di fidanzamento: due fidanzati, infatti, stanno vivendo una fase di conoscenza, durante la quale è lecito prendere atto che non ci sono le basi per andare avanti e anzi lasciarsi è talvolta segno di coraggio e umiltà… Due persone sposate, invece, sono arrivate a giurarsi amore eterno. Per desiderare che un amore non abbia fine e per promettersi – contro ogni dubbio e timore – una fedeltà senza limiti, probabilmente si è trovato qualcosa di unico e prezioso in quel legame; qualcosa che, forse, merita di essere riscoperto e rispolverato qualora venga sommerso dai detriti lasciati dalle difficoltà della vita.

Può anche essere, certamente, che due persone abbiano sbagliato a scegliersi…. Magari peccando di ingenuità o imprudenza, un uomo e una donna possono essere arrivati a sposarsi con poca consapevolezza, senza che ci fossero i presupposti per un’unione duratura.

Può anche darsi che, nel seno di un’unione dettata da altre motivazioni diverse dall’innamoramento, due persone si scoprano ed imparino ad amarsi. Quest’ultima opzione, narrativamente assente nell’immaginario creato dal Romanticismo, ha trovato riscontro nella realtà: la storia insegna che non tutte le coppie create per motivi dinastici o di Stato sono state infelici, né tutti i matrimoni di contadini celebrati per “interesse” o per forza di cose sono stati necessariamente disgraziati. Questa dinamica può presentarsi anche oggi, sebbene più di rado.

Ad ogni modo, sono moltissimi i casi in cui si rimpiange un “grande amore”, che ha portato, appunto, a giurarsi con fervore e convinzione di passare insieme il resto della vita.

Perché, dunque, non valorizzare di più nei film l’impegno di riportare in vita un matrimonio? Perché scegliere la scappatoia del “secondo amore” invece di mostrare che è bello e possibile far risorgere un matrimonio?

Perché presentare la prima moglie e il primo marito come dei mostri, ciechi e insensibili, così da convincere lo spettatore che non c’è più nulla da fare per riportare in vita quella relazione?

Innamorarsi di nuovo: un’impresa possibile.

Le persone possono cambiare, è vero, ma spesso i registi usano come espediente narrativo la figura dell’ex moglie versione matrigna di Cenerentola o la figura dell’ex marito versione orco cattivo, cosicché lo spettatore sia portato a fare il tifo per la seconda storia…

In un altro articolo ci siamo già rivolti a voi, cari registi, invitandovi ad essere più originali…. Ci permettiamo di nuovo di appellarci alla vostra capacità creativa, per chiedervi di aiutarci con i vostri film a contemplare la bellezza di un amore che sa risorgere dalle macerie, come Nicholas Sparks ha saputo abilmente mostrare in un romanzo di cui abbiamo parlato.

Certamente, parlare di un secondo amore, fresco e appena nato è più semplice… perché più semplice è innamorarsi daccapo di una persona nuova, che innamorarsi nuovamente di una persona che si è iniziato a detestare o che non si riconosce più.

Ma l’amore, quello vero, non ha paura della fatica e della tribolazione, non ha paura di morire, per poi tornare a vita nuova. L’amore, quello vero, non si misura dalle farfalline che volano nello stomaco, dalla sintonia e dal romanticismo… si misura nella capacità di stringere i denti in un momento di crisi, nella capacità di sperare e di lottare contro ogni possibile tentazione per potersi rialzare sempre insieme.

Cari registi, non abbiate paura di raccontarci un amore così.

Previous

Pornografia: la vera causa è la mancanza di relazioni sociali

Next

SERIE TV: QUALE LEZIONE DOBBIAMO IMPARARE DA THIRTEEN REASONS WHY?

Check Also