lunedì, Dicembre 9 2024

I matrimoni più “felici” sarebbero quelli senza figli: a sostenerlo, una ricerca inglese, condotta dalla Open University.

Secondo l’indagine, svolta su un campione di 5000 persone, le coppie con prole sarebbero tendenzialmente più insoddisfatte della loro vita coniugale rispetto a quelle che non ne hanno.

Dunque, o i figli sono “nemici” del benessere coniugale e quindi vanno evitati “per stare bene in coppia” (cosa che – giusto per precisare – a lungo termine porterebbe all’estinzione dell’umanità), oppure è vera una frase pronunciata da una giovane sposa: “I figli sono come il tetto di una casa: se le fondamenta sono solide, il tetto rende completa la casa, altrimenti fa crollare tutto”.

Insomma, forse i figli si possono vedere un po’ come il “termometro” della qualità e della solidità di un’unione.

Indirettamente, comunque, l’indagine ci pone davanti a molti interrogativi: cosa intendiamo per felicità coniugale? Cosa ci aspettiamo dalla vita e dal matrimonio? Siamo in grado di vedere e apprezzarela bellezza del sacrificio? È davvero colpa dei figli, o siamo forse noi sposi, talvolta, a non essere capaci di “allearci”, di impegnarci a un progetto condiviso e di fare lo slalom tra i diversi impegni per ricavarci del tempo per noi?

Di questi e altri aspetti abbiamo parlato con una giovane mamma statunitense di 26 anni, che vive in Germania e ha conseguito la laurea in filosofia a Roma: Alicia Duren, sposata da quattro anni, mamma di due bambine. È particolarmente sensibile riguardo il ruolo e il futuro della famiglia nella società e molto attenta nel cercare motivazioni e risposte al problema della denatalità.

Secondo lei, perché i figli possono essere percepiti come fonte di infelicità per la coppia?

Spesso la felicità è identificata con il piacere, con la “tranquillità esteriore”, con l’assenza di pensieri e preoccupazioni. Si ha una concezione edonistica della felicità. Se la pensiamo così, allora no: i figli non ci “fanno felici”. Perché portano “disordine”, imprevisti, fanno dormire poco… Ma se la felicità è “darsi” e costruire insieme – anche nella fatica! – qualcosa di bello e duraturo, allora sì che la famiglia è fonte di gioia!

Io e mio marito non abbiamo mai riso così tanto come in questi anni, ci rallegra sentire i rumori delle bimbe, vedere la comunità fraterna che stanno già creando tra di loro. Questa è per noi la vera felicità, la vera serenità. Certo, abbiamo sperimentato tanti momenti di caos e di preoccupazione, ma non potremmo mai dire che non siamo “felici” di essere genitori insieme.

I figli, però, tolgono tempo a sé stessi e alla coppia. Cosa può dire a chi ha paura di aprirsi alla vita per questo motivo?

Che è più bello vivere per qualcun altro che per sé stessi. Se tu non dai, non perderai niente, ma se non dai non riceverai nemmeno niente e perderai te stesso.

Quando ero da sola, intendo senza marito e bimbe, la vita era molto più semplice. Avevo più tempo per “me stessa” – non dovevo pensare a nient’altro che a me! – ma non avevo qualcosa che mi spingesse a migliorarmi. La vita in famiglia, invece, è un continuo darsi, un darsi che non solamente migliora la comunità che hai creato, ma migliora te.

Molti vogliono condurre una vita da eterni fidanzati. Altri invece desiderano dei bimbi, ma rimandano continuamente, negandosi la possibilità di vivere coi figli i propri anni migliori.

Pensano che avere bambini implichi una perdita dell’amore che c’è tra di loro, invece è una manifestazione di quell’amore. Secondo lei, quindi, non sono mai i figli la “vera causa” dell’infelicità degli sposi…

Posso dire in totale sincerità che adesso, dopo quasi quattro anni di matrimonio, amo mio marito di più. Perché ora ci siamo donati completamente. Abbiamo qualcosa di unico (le nostre figlie) che ci unisce in un modo assolutamente irripetibile. Questo dono, questo “Sì” alla vita, ci ha resi più vicini.

Viviamo il matrimonio come “alleati”, facciamo squadra e ci impegniamo a non trascurarci nonostante le tante cose da fare. E adesso, proprio perché dobbiamo fare uno “sforzo in più” per trovarci, è ancora più bello stare insieme.

Perché se darsi agli altri porta alla felicità, tanti si chiudono in se stessi?

Secondo me, quelli che inseguono solo la loro “libertà”, che fanno ciò che vogliono senza pensare agli altri, hanno semplicemente paura. Perché amare ti rende vulnerabile.

Quando ho tenuto la mia prima figlia nelle mie braccia per la prima volta, ho sentito un tonfo all’anima, ho sentito un desiderio “puro” di darmi davvero. Io in quell’instante ero sicura di voler morire per lei; era un sentimento forte, che nel mio egoismo personale non avevo mai sentito. E morire per un altro, anche se è meraviglioso, fa paura.

Un’ultima domanda. Le coppie che scelgono oggi di avere molti figli sono considerate spesso “sprovvedute” o “masochiste”. Cosa pensa della decisione di avere una famiglia numerosa?

Io sono la più grande di cinque figli e sono consapevole che il dono più grande che i miei genitori ci abbiano fatto è stato dire “Sì” alla vita. Tanti decidono di non avere molti figli, perché pensano di non poter dare loro il meglio. Ma… che cosa è esattamente il meglio? Quando frequentavo l’università facevo la tata per famiglie ricche che avevano tutto, tranne la felicità. Sì, è vero che ci sono cose di cui davvero abbiamo bisogno come un tetto, cibo, educazione, ma un iPhone non farà il tuo bimbo più felice.

Un fratello da amare è invece il dono più bello che possa ricevere.

Io e mio marito abbiamo due bambine e vogliamo una famiglia numerosa, non poniamo limiti. Quando dico questo, la prima reazione è di sorpresa, le persone stentano a crederci, come se fossimo completamente impazziti. È vero che questa apertura incondizionata alla vita non è per tutti, ma una cosa è certa:

la nostra cultura vede la vita come qualcosa che ti incatena
… eppure la vera catena è la schiavitù del nostro egoismo, contro cui tutti – io per prima! – dobbiamo lottare per essere davvero felici.

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