lunedì, Dicembre 9 2024

Nicholas A. Christakis; James H. Fowler, Connected, Back Bay Books, New York, 2011. 348 pp.

Un professore dell’università di Harvard insieme ad un suo collega dell’università della California, offrono in questa loro opera un’analisi sociologica sul modo in cui le relazioni sociali che sviluppano le persone influiscano sul loro comportamento quotidiano e contemporaneamente modifichino il contesto sociale da cui hanno origine.

Gli autori illustrano in nove capitoli, che affrontano diversi argomenti, cinque regole di relazione sociale che esercitano influenza sul comportamento matrimoniale, nelle abitudini di prevenzione di malattie, sulle scelte politiche o in qualunque altro tipo di relazione umana:

1, Ogni persona è in grado di dare forma alla rete sociale della quale fa parte; 2, i gruppi sociali dei quali facciamo parte hanno una forte influenza sui nostri comportamenti; 3, le amicizie esercitano sempre un’influenza sui nostri comportamenti; 4, gli amici dei nostri amici influiscono indirettamente su di noi; 5, ogni rete sociale ha vita e leggi proprie generate da una moltitudine di interazioni personali. Gli autori sostengono, appoggiandosi a diversi esperimenti scientifici, che esistono sempre sei gradi di separazione tra un essere umano ed un altro, tra un livello di amicizia ed il successivo ci sarebbe invece solo un grado di separazione, e che ogni essere umano ha influenza direttamente sui tre primi livelli di relazione: a, amici, b, gli amici dei miei amici; c, gli amici degli amici dei miei amici.

E’ interessante in particolar modo il penultimo capitolo, dedicato al nuovo tipo di relazioni sociali generate da Internet. Le reti sociali del web hanno moltiplicato enormemente il numero di relazioni che si possono mantenere, hanno sviluppato nuovi spazi per condividere idee, hanno sviluppato nuovi e più specifici tipi di relazioni e hanno permesso la possibilità di assumere identità virtuali che possono esercitare un’influenza sulla vita reale di chi li ha create attraverso il comportamento virtuale. In tale ambito, riconoscono gli autori, la natura della relazione viene determinata sopratutto dal mezzo.

Questo fa pensare che più che mettere in contrapposizione la vita reale a quella virtuale, bisogna prendere coscienza che in fondo Internet offre un nuovo tipo di relazioni e di reti di connessione a gruppi sociali: non aumenta il numero di amici vicini che continua ad essere legato alla vitareale, ma genera e moltiplica nuove relazioni, in molti casi cumulative o di una natura differente. Si tratta di analizzarle in profondità, studiare i comportamenti che generano e il modo in cui arricchiscono i componenti del gruppo.

Tra le critiche che si possono fare al libro, annoveriamo quella di offrire una visione dell’uomo poco attenta alla dimensione spirituale. Invece dedica molto spazio allo sviluppo delle interazioni di comportamenti umani, mostrando una certa visione evoluzionista o naturalista. È certo che l’intenzione degli autori è osservare sociologicamente il comportamento umano, ma il punto di vista dell’osservazione implica di per sé una visione molto concreta e materialista dell’uomo.

Un’esempio che illustra questo aspetto è il fatto che i differenti tipi di relazioni vengono presentati su uno stesso livello, come se fossero la stessa cosa, quando in realtà sono profonde le differenze tra una relazione matrimoniale, un’amicizia, una relazione sessuale o le interazioni nate in contesti di salute o politici. Trattarle allo stesso modo presuppone una posizione antropologica alquanto discutibile. Un’altra obiezione può essere rivolta al modo di argomentare: gli esempi che illustrano alcune delle idee sono molto disuguali e vengono utilizzati allo stesso modo benché il suo valore sia molto diverso. Per esempio, si trovano ricerche degli anni 60, realizzate in contesti sociali molto particolari, che non hanno di certo una validità universale del tutto giustificata. D’altra parte, alcuni capitoli illustrano idee chiave con interessanti e profonde ricerche portate avanti da diversi scienziati, con informazioni molto dettagliate, ma in altri momenti si trovano esempi di eventi sportivi o esperienze generalizzate che hanno poco valore scientifico o perfino serie televisive, come Survivors, come se fossero esempi reali di comportamento, senza tenere in conto la modalità di funzionamento dei programmi ed il modo fittizio in cui si creano le relazioni tra i personaggi, con l’obiettivo di raggiungere maggiore audience.

Il merito del libro invece sta nel fatto che i due autori, da una visione sociologica non particolarmente vicina all’antropologia realistica cristiana, riscoprono un tema che sembrava dimenticato in una società hiper-connessa, nell’era della rete: la dimensione personale; cioè, le persone, ognuno di noi deve essere cosciente dell’influenza che riceve dalle reti sociali delle quali fa parte e dell’influenza che contemporaneamente esercita. Ci sono spunti interessanti che possono servire affinché persone ed istituzioni prendano coscienza del grado di influenza positiva che possono esercitare nella società.

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