mercoledì, Settembre 27 2023

Gruppi provenienti da tutti i continenti affollano le vie del centro, in un
tripudio di voci e di colori.

Ad un passo dal Quadrilatero della moda e dal Teatro alla Scala è un
armeggiare continuo di striscioni e di bandierine, zaini e cappellini.
Tutt’intorno, la Milano operosa e accogliente di sempre si prepara a
raggiungere i luoghi di lavoro, mischiandosi ordinata alla folla dei fedeli
lungo le stazioni della metro. L’immagine sorridente del Papa, assieme al
logo dell’Incontro Mondiale delle Famiglie, campeggia ovunque e ovunque
s’incrociano i volti felici e accaldati di quanti, fianco a fianco,
marciano verso Fieramilanocity: il luogo in cui ufficialmente si alzerà il
sipario su questo evento.

Il Congresso teologico pastorale –
All’ingresso della Fiera, un gruppo dello Zimbabwe improvvisa una danza con
tanto di tamburi, turbanti e treccine multicolori. Poco più in là, una
coppia venezuelana saluta con entusiasmo ragazzi brasiliani e argentini
conosciuti alla GMG di Madrid un anno prima. Attorno a loro, le famiglie
milanesi e lombarde presso cui vivranno fino all’incontro col Papa. Dallo
Sri Lanka agli Stati Uniti, dalle Filippine all’Australia, un fiume di
pellegrini varca la soglia del padiglione, costeggiando gli stand
commerciali e no-profit alla ricerca di libri e immagini, stoffe ricamate e
gadget, a perpetua memoria dell’evento.

Al piano superiore, un’onda festosa sospinge verso la sala del convegno. A
poca distanza dal mosaico della Sacra Famiglia, l’icona dell’evento, una
nonna accudisce la nipotina disabile. In tanti familiarizzano con le cuffie
per la traduzione simultanea. Sacerdoti italiani invitano confratelli
africani a sedersi al loro fianco, mentre un gruppo di cardinali guadagna
l’ingresso disegnando una scia color porpora, tra i flash delle macchine
fotografiche e gli applausi dei presenti. Il tempo per papà e mamme di
sistemare passeggini e biberon, e per i ritardatari di occupare gli ultimi
posti a sedere, e via: si inizia. Non prima, tuttavia, di aver pregato per
le vittime del terremoto che, non lontano da qui, ha colpito gravemente
paesi e città. Primo passo verso la gara di solidarietà che mobiliterà
tutti nei giorni successivi.

L’intervallo arriva puntuale e gradito come sempre, un caffè non si rifiuta
mai. Siamo tanti: circa 7.000 secondo i dati ufficiali. Una babele di
lingue e razze, ma soprattutto una famiglia di famiglie. Non lontano dai
tavolini del bar scorgo i Gomez, con i loro quattro bambini, la simpatica
famiglia messicana che poco prima ha passato il testimone dell’evento
all’italiana Invernizzi: padre, madre e due figli. Le rassicuranti maglie
bianche dei volontari, col colletto e le maniche rosse, sono dappertutto.
Oltre 5.000 angeli custodi che affiancano anche i più piccoli, aiutandoli a
vivere tempi, spazi e contenuti a misura della loro età. Un copione che si
ripeterà identico lungo i tre giorni del Congresso, durante i quali saranno
più di cento i relatori che si alterneranno alla guida di analisi e
riflessioni.

La visita del Papa –
Verso la centralissima piazza Duomo, là dove è previsto l’arrivo del
Pontefice, alcuni ragazzi distribuiscono bottigliette d’acqua: un sollievo
per chi rimpiange gli spazi climatizzati della Fiera. In questa Milano
calda, perfino bollente nei sentimenti, in migliaia si apprestano ad
accogliere Benedetto XVI. C’è chi lo attende già dalle prime ore del
pomeriggio e chi si riduce all’ultimo momento. Non manca qualche curioso:
studenti, uomini d’affari e turisti di passaggio. Più in là, una timida
protesta contro la Chiesa, ma nulla può contro i cori dei 60.000 in festa.
All’arrivo della papamobile è tutto uno sventolio di bandiere, fazzoletti e
striscioni di benvenuto. Un’attestazione d’amore ma anche d’incoraggiamento
per il successore di Pietro, in una delle fasi più travagliate della storia
recente della Chiesa. Un bagno di folla, il primo di tanti, che si chiude a
sorpresa con “Oh mia bela Madunina”, la celebre canzone dedicata alla
Madonna del Duomo di Milano.

Quante emozioni, ma anche quanti impegni in agenda. E non solo per gli
adulti. L’incontro con i cresimandi allo stadio Meazza-San Siro, “La Scala
del calcio”, è per i ragazzi della diocesi ambrosiana l’occasione per
stringere in un affettuoso abbraccio Benedetto XVI e per gridare al mondo
intero la gioia di esserci: “Siam venuti fin qua, siam venuti fin qua, per
vedere Sua Santità”. Genitori e catechisti, padrini e madrine, ma
soprattutto loro: i protagonisti della festa. Avvolti in sgargianti
pettorine multicolori, si muovono in ordine sparso verso i tornelli di
accesso con freschezza e spontaneità, pronti a prendere il largo con
Pietro. Il tema scelto per l’incontro di quest’anno.

Cori, musiche e coreografie che resteranno a lungo nel cuore e nella mente
anche di coloro, c’è da scommetterci, che di lì a poco affolleranno in
350.000 l’aeroporto di Bresso, alle porte di Milano, per la Festa delle
Testimonianze: un’ora di dialogo col Papa e tanto spettacolo per grandi e
bambini. La prima cosa che noti arrivando è il maestoso palco di legno,
sormontato da una mezza cupola trasparente: sembra una chiesa. L’area del
campo di volo è sterminata. Sono tante le famiglie, tantissimi i ragazzi.
Molti di loro pianteranno una tenda nel parco e trascorreranno la notte
qui. Nel giro di poco, l’attesa lascia il posto alla musica, ai canti e ai
racconti. Un boato accoglie «Emmanuel», divenuto l’inno di tutti gli
incontri dei giovani con il Papa, dopo la GMG di Roma 2000. E poi via via
tutto il resto. Fino all’arrivo di Benedetto XVI. Un’ora di conversazione,
con lo sguardo dritto negli occhi, ed un succedersi vorticoso di stati
d’animo. Come quando parla il greco Nikos Paleologos, sul tema della crisi
economica, o la dolce Cat Tien, 7 anni appena, che riesce a strappare
all’anziano Pontefice tenere confidenze sul piccolo Joseph Ratzinger e
famiglia. Alla fine, in molti preferiscono andar via con il Papa, nella
speranza di recuperare energie in vista dell’ultimo atto di quest’incontro
mondiale: la solenne celebrazione eucaristica.

L’indomani, la sveglia suona presto. Sul prato di Bresso, una ad una le
tende di quanti hanno deciso di restare si aprono. C’è chi si preoccupa di
preparare la colazione, agitando termos di caffèlatte, e chi proprio non
vuole saperne di lasciare i sacchi a pelo. I volontari vigilano con la
solita generosità. I primi gruppi iniziano ad arrivare alla spicciolata.
Una marcia gioiosa e faticosa, iniziata per molti all’alba, in pullman e
metropolitane, a piedi e in bicicletta. Nel giro di poche ore la pista
dell’aeroporto è un manto variopinto di striscioni e passeggini, bandiere e
soprattutto speranze. Spagnoli, portoghesi, italiani e tantissimi
sudamericani. Un milione di pellegrini provenienti da più di 150 nazioni.
Inni, canti e prove audio scandiscono il tempo dell’attesa, oltre i settori
delimitati dalle transenne. E finalmente, la Santa Messa e l’incontro col
Papa. Ancora una volta parole di sostegno per tutti, ma anche l’assoluta
difesa del valore della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.

L’ultimo bagno di folla milanese, per Papa Ratzinger. Stanchi ma felici,
Erika e Mukuambi, avvolti nella loro tunica bianca a ricami neri, tornano
in Angola con una rinnovata fiducia nel futuro. E come loro, tutti i
partecipanti. In attesa di ritrovarsi ancora una volta assieme a
festeggiare l’ottavo Incontro Mondiale delle Famiglie: nel 2015, a
Filadelfia. Negli Stati Uniti.

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