domenica, Giugno 4 2023

Il VII Congresso mondiale delle Famiglie ( www.worldcongress.org) si è
svolto dal 15 al 18 maggio a Sydney, in Australia. Oltre 100 congressisti
molto diversi per competenze, e confessione religiosa si sono riuniti per
discutere l’attuale necessità di articolare il progetto di un’economia
stabile che funzioni e che lanci, come modello culturale la felicità della
famiglia. Il WCF (Congresso Mondiale delle Famiglie) è un’organizzazione
internazionale che ha lavorato per diversi anni per difendere l’immagine
della famiglia naturale contro il costante disprezzo e perfino l’aperta
ostilità di cui è vittima, ad opera di alcune strutture governative e di
noti movimenti culturali ispirati dall’ideologia di genere che tentano di
modificare l’agenda pubblica sulla famiglia. Sin dal 1997, questa
iniziativa ha avuto luogo in sette città diverse, a partire da Praga
(1997), Ginevra (1999), Città del Messico (2004), Varsavia (2007),
Amsterdam (2009), Madrid (2012) e ora a Sydney (2013). Il Dr. Allan
Carlson, famoso pensatore e attivista nordamericano, è stato colui che si è
dedicato all’ardua impresa di sviluppare e promuovere personalmente questa
iniziativa, eminentemente internazionale e multiculturale, assumendo come
fondamento e ispirazione l’articolo 16 quater della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani:

La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha
diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato

.

In questa occasione, il WCF è stato ospitato presso il “Parco Tecnologico
dell’Australia”, un grande edificio industriale situato a Redfern, a circa
15 minuti dalla Sydney Opera House, icona e simbolo della città e del suo
successo. Come al solito, il Congresso è stato avviato con l’intervento del
Dr. Carlson, che ha illustrato le linee guida generali della
manifestazione, ringraziando i partecipanti e il comitato organizzatore. La
sua relazione si può riassumere nei seguenti tre idee: più casa, più vita
familiare, più economia.

“Il mondo attuale -ha detto Carlson – ha urgente bisogno di più uomini e
donne che possano costruire un focolare”( home builders and home makers). I partecipanti, docenti
universitari, attivisti sociali e pensatori di tutto il mondo, hanno
partecipato al congresso di Sydney per discutere a grandi linee della
attuale necessità di ri-collegare il progetto economico globale con le
esigenze delle famiglie di oggi. L’origine delle tradizioni religiose,
professionali e sociali dei congressisti è stata molto varia, ma non per
questo meno amichevole e divertente: pastori luterani, patriarchi
ortodossi, sacerdoti cattolici, ebrei, musulmani, membri della stampa,
fondatori di movimenti sociali e accademici. Il primo giorno del Congresso
è stato caratterizzato dalle sagge parole del mio maestro e amico Peter
Elliott, vescovo ausiliare della città di Melbourne e direttore dell’
Istituto Giovanni Paolo II per il Matrimonio e la Famiglia (Australia), che
ha sottolineato l’importanza di difendere l’istituzione del matrimonio
dalla sottile avversione di un mondo sempre più secolarizzato che ha preso
le distanze dalle tradizioni cristiane. Possiamo dire che questa idea è
stata la principale direttrice di tutto il congresso. Successivamente, il
Dott. Bradford Wilcox, direttore del National Marriage Project
dell’Università della Virginia, servendosi di serie statistiche, ha
spiegato l’importanza del la presenza del padre nella creazione di un
ambiente salutare per i bambini, così come le probabili conseguenze del suo
eventuale abbandono. In seguito, il dottor Patrick Fagan, noto medico
irlandese e pensatore sociale, ha spiegato le conseguenze demografiche di
un mondo che ha abbandonato il desiderio di perpetuare la propria
esistenza.

La formula magica che il Dott. Fagan ha presentato per dare sostegno a
questa idea è la seguente: la separazione irrazionale della religione dal
matrimonio e dalla famiglia provoca l’”inverno demografico” … che sta
dilagando in alcune delle nazioni più antiche e importanti d’Europa e del
mondo. La conclusione del Congresso si riflette nella formulazione della
Dichiarazione Ufficiale-Sydney WCF VII, che contiene le idee centrali della
manifestazione nella formulazione di una proposta sociale e politica. Vi si
afferma chiaramente la emergente necessità di un’economia produttiva che
sia supportata da famiglie solide. Questo concetto è avallato dalla ricerca
scientifica che dimostra inconfutabilmente i vantaggi che hanno i bambini
nati in ambienti familiari stabili in termini di salute, istruzione e
formazione umana. Sono loro che dovranno diventare nel corso del tempo
adulti e cittadini protagonisti dello sviluppo – non solo economico – di
tutti i paesi e le nazioni.

Senza dubbio, per garantire che il nostro sistema economico attuale
favorisca e soddisfi le reali esigenze dei nuclei familiari con bambini, il
WCF di Sidney ha ricordato all’umanità, tra le altre cose, che: 1) il
sistema economico deve essere al servizio della famiglia, e non la famiglia
al servizio dell’economia o dello Stato, 2) che un’economia così
strutturata deve porsi come obiettivo centrale la realizzazione della vita
domestica come un vero e proprio motore per la salute sociale, 3) che le
imprese e i governi dovrebbero prendere in considerazione e rispettare nel
loro sistema di tabulazione dei pagamenti e nelle politiche del lavoro le
esigenze della famiglia naturale, 4) che il PIL dovrebbe essere ridefinito
per includere il valore economico del lavoro non retribuito svolto a casa
(e nella comunità) per le famiglie, 5), che si deve studiare il concetto di
salario familiare al fine di ridefinire l’attuale sistema di tabulazione
dei salari e fiscale così che si possa, nella pratica, favorire la famiglia
naturale.


Rafael Hurtado Domínguez è docente del Dipartimento de Lettere della
Università Panamericana-Guadalajara (Messico)

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