domenica, Giugno 4 2023

Se scriviamo su Google “condividere i problemi”, la maggior parte dei
risultati riguarderanno link, Social Network, file…

Se scriviamo “portare gli uni i pesi degli altri”, verranno fuori diete,
esercizi fisici, consigli per restare in forma.

Non vogliamo ora accendere una polemica sui criteri di indicizzazione di
Google, ma solo provare a riflettere sul significato di una condivisione
autentica, che vada oltre un profilo social, e sul fatto che i pesi che
dobbiamo portare gli uni con gli altri non sono solo i chili di troppo.

Condividere e dividere le fatiche rendono il viaggio della vita meno
faticoso.

Ecco perché vorremmo suggerirvi, care famiglie, di creare vere “reti
sociali” con le famiglie vicine.

Le famiglie: delle comunità chiamate ad interagire

Di recente abbiamo pubblicato

10 consigli per comunicare meglio in famiglia

piccoli accorgimenti per aiutarvi a comunicare meglio con le persone
care…

Con questo articolo, vogliamo, però, proporvi un passaggio successivo: valorizzare la comunicazione tra famiglie.

Se nessuna persona nasce per essere un’isola, così nemmeno la famiglia può
bastare a se stessa.

Pierpaolo Donati nel suo libro La famiglia, il genoma che fa vivere la società

(Rubbettino, 2013), definisce la famiglia un “nuovo soggetto sociale”: ciò
significa che essa è chiamata ad integrarsi nella società, non a chiudersi
in un suo mondo.

In particolare, ci piace pensare che le famiglie possano imparare a
comunicare sempre meglio tra di loro per camminare insieme e superare
momenti di prova.

Coltiviamo relazioni autentiche

Non bisogna abbandonarsi alla nostalgia e guardare al passato come se il
presente fosse pieno di problemi, mentre “un tempo tutti erano felici e
spensierati”. Nessuna epoca è stata esente da difficoltà.

Per quanto riguarda il nostro argomento, però, va detto che in passato le
famiglie avevano più occasioni per “relazionarsi” fra di loro, e non solo
nei Paesi. Le donne per lo più si occupavano dei figli, quindi – magari al
parco o nelle caffettiere – si incontravano e condividevano i “loro”
problemi (forse anche fin troppo, come si vede nella letteratura romantica
del 800). Ora i ritmi stressanti di lavoro e i lungi tempi di spostamento
in città non favoriscono questo… Tuttavia, non si può dare la colpa solo
ai ritmi e agli orari difficili, perché spesso, anche nel fine settimana,
invece di curare delle relazioni, si va nei centri commerciali, a
“stordirsi” di sollecitazioni di consumo.

Sappiate accogliere, allora, l’invito di recuperare del tempo per le
relazioni.


Un invito particolare alle donne: colonne portanti delle famiglie

In particolare questo invito è rivolto alle donne di famiglia, che, con il
dono tutto femminile di saper curare i rapporti personali, hanno il potere
di diffondere serenità e armonia tra le mura domestiche.

Una volta, sulla porta di una casa, vidi appeso un cartello con su scritto:
“Se la mamma è felice, tutta la famiglia è felice”. Credo si tratti di una
verità semplice e inconfutabile.

Le donne sanno tenere unite le persone e svolgono l’arduo lavoro di
accudire e gestire i figli in modo preminente, almeno nei primi anni di
vita in cui, senza dubbio, sono per loro la figura più rassicurante ed
influente.

Non sempre, però, è facile vivere la propria condizione di moglie e madre.

Tanti sono i problemi sotto ai quali può sembrare di soccombere: conciliare
la gestione della casa con altri impegni, la mancanza di riposo e di tempo
per se stesse, la necessità di lavorare molte ore per far fronte alle varie
spese, le continue richieste dei bimbi, i loro capricci e le difficoltà con
la scuola, problemi economici, screzi col coniuge, invadenze delle famiglie
d’origine…

Care donne, mogli e madri, condividete i vostri pesi, fate squadra tra di
voi: vi farà bene e ne farà anche ai vostri mariti e figli…

L’unione fa la forza: non è solo un luogo comune…

La riservatezza è un valore prezioso, sarebbe sciocco sbandierare ai
quattro venti i nostri problemi. Se però abbiamo accanto persone con cui
vale la pena entrare in intimità, perché non rispondere sinceramente alla
domanda: “Come va?”

Al panettiere possiamo continuare a rispondere: “Tutto bene, grazie”, ma a
qualcuno, magari ad un’altra donna con un vissuto simile al vostro, forse,
vale la pena dire la verità.

Ogni donna è diversa, ma crediamo ci siano dei campanelli di allarme da non
sottovalutare, crediamo che ci siano dei momenti particolari in cui ogni
mamma ha bisogno di un abbraccio o di una parola di conforto da parte di
un’altra mamma.

Ad esempio? Quando vi sentite pessime madri (se pensate di esserlo,
probabilmente non lo siete: avete preso sul serio il vostro compito e
volete svolgerlo alla perfezione… confidate a qualcuno questo malessere per
guardare le cose con lucidità), quando non riuscite più a sorridere (forse
avete bisogno di chi vi aiuti a sdrammatizzare), quando essere sposate e
avere figli non vi sembra poi così bello (può accadere, ovvio, anche se
amate la vostra famiglia… quale condizione di vita è sempre piacevole?),
quando credete che i momenti di crisi capitano solo a voi (spesso abbiamo
questa sciocca convinzione: vedere che non è così ci aiuta a ridimensionare
il nostro malumore)

Essere in confidenza con qualcuno che vive i miei stessi problemi mi è
davvero di grande aiuto.

L’amicizia fa la differenza

Come dice C. S. Lewis, autore di famose opere letterarie, tra cui

Le cronache di Narnia: «L’amicizia nasce quando una persona dice ad
un’altra: “Come? Anche tu? Pensavo di essere l’unico!”».

Siamo nati per condividere il nostro cammino. Nessuno è adatto alla
solitudine… e la solitudine si acuisce quanto più non si comunica “sul
serio”.

Comunicare davvero, significa togliere le maschere, significa fidarsi di
qualcuno al punto da mettersi a nudo e raccontare anche ciò di cui ci
vergogniamo… scopriremo, allora, che le “ombre” non mancano neppure
all’interno delle famiglie più belle e “luminose”… ma accorgersi del buio e
cercare la luce insieme è molto più facile e fruttuoso che farlo da soli.

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