venerdì, Settembre 29 2023

Abbiamo parlato con don Federico Fabris, sacerdote della diocesi di Padova
dal 3 giugno 2007, proveniente da un piccolo paese di montagna, Roana, sito
nell’Altopiano di Asiago (Vicenza). Dallo scorso 11 ottobre 2015 è parroco
di Camporovere, piccolo paese che si trova vicino a Roana, di circa 400
abitanti.

Afferma di trovarsi in una realtà molto piccola il cui tessuto sociale è
poco stimolante. Quindi, dice, “il ministero è… tutto da inventare!”.

Ama dedicarsi il più possibile alle persone che soffrono o che si trovano a
vivere situazioni particolari e difficili. Dedica parecchio tempo alla
lettura e attualmente “segue” la Nazionale Italiana di Calcio Amputati. È
appassionatissimo di calcio e tifa Vicenza.

1)
Don Federico, lei gestisce una pagina Facebook (

www.facebook.com/DonFedericoFabris/


), in cui condivide pensieri e riflessioni sulla vita cristiana. Cosa
pensa dei social network? Perché crede che possano essere delle
piattaforme adatte per parlare di Dio?

Penso che i social network possano essere uno strumento attraverso cui è
possibile far passare qualche frammento di bene, di Vangelo, di fede. Li
utilizzano, ormai, la maggior parte delle persone, abituate sempre più a
cose immediate, istantanee, veloci: c’è la possibilità, nel giro di pochi
secondi, di raggiungere migliaia di persone. Come ogni oggetto e ogni
strumento, le piattaforme social possono essere utilizzate per il bene o
per il male. Ma leggere anche solo una frase o un pensiero profondo può
dare un “là”, una carica diversa alla giornata di chi magari si trova come
sempre nel suo ufficio…

Se però questi mezzi si sostituiscono al dialogo, alle relazioni,
ovviamente smettono di avere una funzione positiva. Il giusto equilibrio
nel loro utilizzo dona equilibrio alla vita e alla fede.

Queste “piazze virtuali” possono essere adatte per parlare di Dio perché
Gesù stesso per far conoscere Dio ha utilizzato un linguaggio semplice,
popolare. Quello dei social network può esserlo!

2)

In che modo Internet può essere messo al servizio del bene? Può farci
alcuni esempi legati alla sua esperienza?

Internet può essere un mezzo ottimo ed efficace per compiere il bene,
sicuramente. Velocizzando la comunicazione (basta un click!) è possibile
realizzare tante attività e condividere fatti positivi, cercare
informazioni, essere aiutati ad ampliare le proprie conoscenze e la propria
cultura…

Per me è un utile strumento per confrontarmi con cammini di fede di altre
diocesi, di altri Paesi; per conoscere eventi o proposte su qualche
tematica, qualche documento… Mi aiuta a rimanere “dentro al mondo”, non
come spettatore, ma come protagonista, che tenta di fare al meglio la sua
parte.

3)

In uno degli articoli presenti nella sua pagina, affronta il delicato
tema dell’omosessualità. Noi di Family and Media
sull’argomento ci permettiamo di consigliare ai nostri lettori il testo Attrazione per lo stesso sesso di John Francis Harvey, un
libro che si propone di sostenere coloro che hanno tendenze omosessuali
e desiderano vivere nell’amore di Dio, camminando alla luce del
Vangelo, nel rispetto della dottrina della Chiesa, per raggiungere una
felicità piena. Lei cita invece un testo di Philippe Arino,

Omosessualità controcorrente – Vivere secondo la Chiesa ed essere
felici

. Perché?

Amo consigliare libri: possono essere una grande fonte arricchimento,
un’occasione per scoprire e conoscere meglio realtà o situazioni di cui si
sa poco, magari con superficialità o solo “per sentito dire”. Anche la
questione in merito va trattata con rispetto e prudenza, evitando facili
sentenze, come purtroppo sovente capita.

Per questo consiglio il libro: perché si presenta come uno strumento utile
per “capire qualcosa in più” su un tema che ai nostri giorni chiede di
ponderare e valutare tante situazioni, che talvolta nascondono sofferenza e
fatica.

4)

Quali sono gli argomenti che affronta più volentieri nella sua pagina e
perchè?

Nel curare la mia pagina non seguo una scaletta particolare di argomenti:
il mio obiettivo è aiutare a pensare, a far riflettere chi legge. Alcuni
argomenti mi vengono suggeriti dalle persone, o da qualche loro difficoltà;
altri possono nascere dopo aver vissuto una determinata esperienza di
condivisione, di confronto; altri scaturiscono da articoli che leggo nei
quotidiani…

In ogni caso, non mi interessa affrontare argomenti banali: desidero che
siano in linea con i valori, la fede, le domande profonde e più difficili
che le persone si pongono. Per questo accetto, e, anzi, a volte cerco
spunti da laici, giovani, mamme o papà di famiglia, per buttare giù qualche
riga…

5)

Sappiamo che lei è autore di alcuni libri… Di cosa ama scrivere?

Al momento sono due i testi che ho curato.

Il primo, assieme ad altri quattro confratelli sacerdoti, della diocesi di
Padova, per ricordare un nostro caro amico, Michele Dal Bianco, salito in
cielo lo scorso 13 febbraio 2015, per un tumore alla testa, dopo 33 mesi di
lotta contro il male. Il testo si intitola Niente è impossibile ed
è un piccolo vangelo dei nostri giorni (così è stato definito). Abbiamo
voluto raccontare la nostra esperienza accanto ad un ragazzo che ben
cosciente di ciò che gli stava accadendo, ha saputo vivere con fede e con
coraggio anche la malattia e ha donato a noi una testimonianza molto forte!

Il secondo, invece, si intitola La tua Chiesa ed è una raccolta di
riflessioni che ho realizzato chiedendo a giovani e genitori come sognano
la Chiesa. Dai loro contributi sono nate delle riflessioni, che ho pensato
di stendere in un piccolo “manualetto”, e che – mi auguro – possano
contribuire a far emergere tutta la bellezza della Chiesa: una chiesa vera,
allegra e che non si stanca di proporre il Vangelo… quel Vangelo su cui
vale la pena scommettere la propria esistenza!

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