Giornata di studio Family and Media: linguaggi, metodi e strategie nella società di Internet
“Associazioni familiari 2.0. Linguaggi, metodi e strategie nella
società di Internet”
è stato il tema della Giornata di Studio organizzata venerdì 23 novembre
scorso presso la Pontificia Università della Santa Croce su iniziativa delForum delle Associazioni Familiari, di InterMedia Consulting e del Progetto Family and Media.
Al centro della discussione, la famiglia quale soggetto e oggetto di
comunicazione nei media e come essere di supporto alle associazioni
familiari per trasmettere una giusta comprensione dell’istituto familiare
presso l’opinione pubblica.
La prima parte della Giornata ha previsto un expert meeting su
“Tra ricerca ed esperienza: condividere il sapere per elaborare
strategie innovative”
a cui hanno preso parte il rev. prof. José María La Porte
(Santa Croce), che ha presentato la ricerca “La comunicazione delle associazioni familiari” realizzata tra il
2008 e il 2010 su in campione di 31 associazioni; il dott. Pietro Boffi (Forum Associazioni Familiari), che ha
presentato la ricerca
“Minori e media: una questione di famiglia. L’utilizzo dei media tra
bambini, adolescenti e giovani”
; il prof. Camillo Regalia (Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano), con la ricerca
“La sfida dei social network nella comunicazione tra genitori e figli”
; e il dott.Reynaldo Rivera (InterMedia Consulting e
Progetto Safe Social Media), con la ricerca
“Stili di vita, social media e violenza negli adolescenti. I casi
Spagna e Italia”
.
La seconda parte della Giornata ha offerto una serie di soluzioni pratiche
con la tavola rotonda su “Media awareness: buone prassi e progetti a confronto”, moderata
da Francesco Belletti e cui hanno preso
parte cinque relatori. Ciascun intervento ha avuto 20 minuti per descrivere
un problema concreto nel mondo dei media o proporre una soluzione pratica
per chi è chiamato a rispondere alle sfide della comunicazione.
Il primo ad intervenire è stato il Prof. Norberto González Gaitano, docente presso la Pontificia
Università della Santa Croce e coordinatore del Progetto Family and Media, un think tank con sede a Roma che si
occupa della promozione di una giusta visione della famiglia attraverso i
media (fiction e news). In tal senso, offre supporto alle associazioni
familiari su come comunicare in maniera più efficace. Attraverso ricerche,
pubblicazioni e un portale internet, il Progetto rende un contributo
efficace a famiglie ed educatori. Inoltre, attraverso la formazione dei
formatori, Familyandmedia opera per diffondere un’immagine più
chiara e positiva della famiglia nell’opinione pubblica.
Successivamente, è intervenuto Reynaldo Rivera, di InterMedia, che ha cercato di rispondere ad una domanda comune a
molti comunicatori no-profit: Come può la mia associazione comunicare più
efficacemente con politici e mezzi di comunicazione? “Con i numeri”, è
stata la sua risposta. Le ricerche spesso contengono informazioni preziose,
ma allo stesso tempo risultano complicate. Questi risultati vanno
“tradotti” in un linguaggio che sia facilmente comprensibile per il proprio
pubblico. “Un dato ben esposto” – ha sottolineato Rivera – “può parlare più
che 500 pagine di ricerca”.
A seguire è stata la volta di Giuseppe Romano, professore
di Comunicazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed
esperto in videogames, che ha parlato sul perché il mondo dei videogiochi
vada preso sul serio. Nell’era dei computer, il famoso World of Warcraft ne è un esempio rappresentativo, con oltre 10
milioni di abbonati paganti annui in tutto il mondo. I videogiochi parlano
un linguaggio più forte dei libri o dei film – ha dichiarato Romano –
perché includono la libertà del giocatore di scegliere. Più che storie da
guardare, essi offrono mondi in cui entrare come protagonisti. “Se mi viene
chiesto di diventare il Padrino“, ha aggiunto Romano, “la dinamica
è molto diversa”. Alla luce di questo, Romano ha enfatizzato
l’irrinunciabile ruolo dei genitori nella scelta dei videogames per i
propri figli.
Rosa Martínez
, dell’Istituto di Scienze Familiari e Sociali di Montevideo (Uruguay) ha
invece affrontato la questione dei modelli subliminali nella pubblicità
rivolta ai bambini e ai giovani. I mezzi subliminali viaggiano sotto la
soglia di percezione, mentre gli stimoli subliminali sono tecniche, non
percepite da un occhio non allenato, che tuttavia provocano una risposta
emotiva.
Martínez ha mostrato alcuni spezzoni di pubblicità per bambini e commentato
fotogramma per fotogramma sottolineando le diverse tecniche nascoste in
ognuno. Ha tenuto a precisare che la pubblicità in sé non è un’attività
negativa, ma l’immissione di stimoli subliminali al servizio del marketing
per i bambini è piuttosto manipolazione.
L’ultimo ad intervenire alla tavola rotonda è stato Umberto Pieraccioni, rappresentante di FameBridge S.r.l.,
un’azienda privata specializzata nella gestione del brand attraverso i
media digitali. In particolare, si è soffermato su come sfruttare al meglio
le reti come Facebook e Twitter per scopi di marketing.
Riconoscendo le difficoltà a lavorare in un ambito in costante cambiamento
come quello di Internet, Pieraccioni ha offerto quattro proposte concrete
che possono essere d’aiuto. Ha concluso il suo intervento con una chiamata
alla responsabilità: Internet e le reti sociali sono strumenti estremamente
potenti per i professionisti che vi lavorano e spetta ai comunicatori di
oggi costruire le giuste strutture di marketing.
La tavola rotonda si è conclusa con una nota di speranza. “Mentre ancora
restano questioni aperte – ha rilevato Francesco Belletti, Presidente del
Forum delle Associazioni Familiari di Italia – per andare avanti sarà molto
importante partire dalle idee dei professionisti che hanno già esperienza
in questo campo, proprio come hanno dimostrato i vari interventi della
Giornata”.