lunedì, Dicembre 2 2024

Nel Dicembre del 2012, l’immagine di Benedetto XVI con un iPad in mano nell’atto di mandare il suo primo Tweet fece il giro del mondo. In quel preciso momento la gerarchia della Chiesa stava dimostrando di sapere stare al passo con i tempi e che per continuare a dialogare con i propri fedeli in tutto il mondo era necessario comprendere bene il fenomeno e la portata dei social network e utilizzarli al meglio. Ecco questo è proprio il punto, saper utilizzare in maniera corretta le reti sociali, nel senso di riuscire a farne un buon uso, per diffondere valori, idee, speranze, emozioni.

10 modi per un uso corretto e appropiato dei social network

Il tweet di Benedetto XVI ha offerto a Eduardo Arriagada, Professore di Giornalismo e di Convergenza digitale presso la Catholic University di Santiago del Cile, uno spunto per riflettere su come sia possibile utilizzare al meglio i social media, per creare e diffondere valore, dialogare, comunicare idee e progetti, condividere speranze e gioie. Ne è nato un decalogo, dieci regole che consigliamo a tutti di leggere per capire come un buon uso di Internet e dei social network può aiutare a generare valore per la communità.

1. Le reti sociali sono uno spazio di conversazione e condivisione. La grande differenza tra i new media e quelli tradizionali consiste nella interattività: mentre tv, radio, stampa, si basano infatti essenzialmente su messaggi inviati da un emittente ad un pubblico ricevente, con scarsa se non limitata possibilità di interazione, nei new media invece l’interattività tra fonte e destinatario è alla base di tutto, con un continuo scambio e inversione di ruoli. E’ l’utente stesso che diventa emittente di messaggi propri e al tempo stesso fruitore di quelli altrui. Frutto di questa relazione è la conversazione, il dialogo. Un tipico esempio di questo sui social nework è lo scambio di post, condivisioni, likes, commenti tra gli utenti. La conversazione è fondamentale per la nostra società e spiritualità. E’ l’aspetto migliore della attuale globalizzazione, a patto che rispetti la persona e non crei disuguaglianze.

2. Le persone vogliono conversare tra di loro sulle reti sociali e non con le istituzioni. Alle persone piace confrontarsi sul web con altre persone. La tecnologia soffre infatti se manca il calore dell’umanizzazione. Ecco il motivo per cui agli utenti piace fare un re-tweet o una condivisione di un messaggio del Papa. E’ un modo per approvare e fare proprio, mediante la tecnologia, il pensiero di un’altra persona che reputano speciale. Lo stesso effetto non si avrebbe se quel medesimo messaggio fosse inviato da una istituzione o da un’ente. Sarebbe percepito come partorito da un’autorità, da una scatola vuota senza un nome e un cuore reale.

3. Nel flusso della conversazione ha un grande peso l’immediatezza. Sui social network l’immediatezza del messaggio e dei relativi tempi di risposta è tutto. Questo vale ancor più nei casi in cui si vuole diffondere una buona idea sulle reti sociali e costruire su di essa un dibattito aperto e il più produttivo possibile.

4. Una conversazione sui social funziona se siamo capaci di ascoltare il nostro interlocutore. Una conseguenza diretta del carattere conversazionale delle reti sociali è il fatto che siamo obbligati ad ascoltare il nostro interlocutore, a seguire i suoi feed back, ad esempio in seguito ad un nostro Tweet, un post, un commento. Anzi, a pensarci bene, ascoltare il prossimo è l’essenza stessa dei social network.

5. Nelle reti sociali l’obiettivo principale è impegnare la comunità. Contrariamente ai media tradizionali, nei social network l’obiettivo primario è generare partecipazione, scambio di idee, adesioni, suscitare emozioni e approvazioni, trasformare i propri followers o amici da utenti passivi a utenti impegnati e attivi. Un esempio positivo su tutti: l’account Twitter di Papa Francesco, che ad ogni suo tweet genera circa in media 10 mila reazioni, contro i mille in media del Presidente U.S.A Obama.

6. Il successo di una community dipende dai contenuti pubblicati. Il modo migliore per ottenere un seguito sui social network è offrire sempre dei contenuti aggiunti e di valore. Possono essere informazioni pratiche e utili, consigli e suggerimenti, ma anche esortazioni e idee. Le questioni fondamentali dell’uomo, come la pace, l’amore, la giustizia, la libertà, richiedono sempre di essere diffuse e difese a gran voce. I social network possono essere un perfetto volano.

7. Sui social è sempre fondamentale circoscrivere e definire il tema della conversazione. La chiave di successo dei social network è trovare il tema giusto per far nascere e scaturire una conversazione. Ma il tema deve essere sempre specifico e mai generico, altrimenti si genera solo confusione. Si deve affrontare il tema di discussione sempre con la massima coerenza, trasparenza e apertura al confronto, così come nella vita reale.

8. Nelle reti sociali la semplicità è determinante. La semplicità paga sempre. Nella vita, come nei social network. L’uso di termini complessi, astrusi, concetti astratti non porta mai buoni frutti. Bisogna essere semplici nell’idea ma anche nell’espressione.

9. Sui social network funziona sempre parlare in modo naturale e non artificioso. La naturalezza ci avvicina agli altri e ci rende comprensibili. Un esempio ancora su tutti la naturalità e l’umiltà con cui Papa Francesco comunica attraverso il suo account Tweet ufficiale.

10. Le reti sociali sono uno spazio per mostrarsi. Ma questo spazio richiede, proprio per rispetto di chi ci ascolta, di essere autentici, trasparenti, veri nei sentimenti e nelle emozioni.

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