giovedì, Giugno 1 2023

Durante l’udienza generale di mercoledì 10 dicembre, Papa Francesco ha
ricordato come si è svolta e che cosa ha prodotto l’

Assemblea sinodale sulla famiglia tenutasi a Roma

dal 5 al 19 ottobre.

“I media – ha detto il papa – hanno fatto il loro lavoro – c’era
molta attesa, molta attenzione – e li ringraziamo perché lo hanno fatto
anche con abbondanza. Tante notizie, tante! Ma spesso la visione dei media era un po’ nello stile delle cronache sportive, o politiche:
si parlava spesso di due squadre, pro e contro, conservatori e
progressisti”.

Ciò che ha detto il pontefice, è valido anche per alcuni siti web che
abbiamo analizzato, dove il Sinodo è stato dipinto spesso come una guerra
senza esclusione di colpi o come il contesto adatto per presentare
“campagne idee”. Ci sono poi stati anche dei cattolici impegnati nella
diffusione di notizie e di idee tramite blogs che hanno fatto sentire la
loro voce ribattendo in modo aspro, con ironia e sagacia, alle opinioni
espresse dai vescovi presenti al Sinodo; nonostante il senso di
ecclesialità suggerirebbe di non infliggere ferite (specie in momenti
particolarmente delicati) all’unico Corpo di Cristo che è la Chiesa, di cui
tutti i cattolici fanno parte.

Sebbene non siano mancati atteggiamenti sereni ed equilibrati, prima dello
svolgimento del Sinodo e nel corso di esso, era facile trovare sul web
espressioni come: “la guerra preventiva in vista del Sinodo”,
parlando di pubblicazioni di libri da parte dei cardinali; vagheggiamenti
sulla possibilità che al Sinodo fossero presenti degli “Anticristi”, con
riferimenti espliciti ad alcuni dei cardinali presenti; conclusioni
azzardate e disorientanti come: “Ormai l’ipotesi delle seconde nozze ha piena cittadinanza ai vertici della Chiesa”; pretese di poter
leggere nella mente dei cardinali, attribuendo ad alcuni di loro il
proposito di trovare una “via di innovazione alternativa” vedendo come
“irrealistica una campagna per il divorzio cattolico”; e ancora:
l’indebita attribuzione al Papa di un “pieno consenso” su alcune idee
espresse e dibattute al Sinodo (dibattute, per l’appunto, proprio perché di
fronte ad esse il papa non aveva ancora preso una posizione definitiva).
Inoltre: immagini provocatorie; prese di posizione forti come: “Contro la Relatio anche s. Paolo dice la sua” o “nei dieci circoli
linguistici la Relatio va incontro a un massacro” e
infine esternazioni che si addirebbero di più a un partita di calcio come:
“Sul prossimo sinodo sono aperte le scommesse”.

Ad ogni modo, i documenti ufficiali usciti dal Sinodo, ha dichiarato con
estrema chiarezza papa Francesco all’udienza, sono stati solo tre: la

Relazione finale

, il


Messaggio finale


più breve e divulgativo e il

Discorso finale del Papa

.

Chiarito ciò, va detto che i vescovi riuniti in un sinodo non si scontrano
come in una campagna elettorale: lo scopo non è infatti far emergere
vincitori e vinti, ma fare luce sulla verità rivelata da Gesù. Le assemblee
sinodali non vengono indette per trovare nuovi principi, ma per capire,
attraverso l’apporto di molti, come i principi immutabili che la Chiesa ha
ricevuto dal suo Fondatore possono incarnarsi nelle realtà storiche
concrete. E questo, cum Petro, sub Petro, come ha detto papa
Francesco all’udienza: cioè in presenza del papa e sotto la sua autorità,
che sono garanzia dell’ortodossia.

Nel caso specifico dell’ultimo Sinodo, ha affermato il pontefice, “era
stato chiesto ai Padri sinodali di parlare con franchezza e coraggio e di
ascoltare con umiltà”. Le discussioni, all’interno della Chiesa, secondo il
papa, non devono fare paura. “Gli Apostoli – ha proseguito infatti – si
sgridavano fra loro, perché cercavano la volontà di Dio sui pagani, se
potevano entrare in Chiesa o no. Sempre, quando si cerca la volontà di Dio,
in un’assemblea sinodale, ci sono diversi punti di vista e c’è la
discussione e questo non è una cosa brutta! Sempre che si faccia con umiltà
e con animo di servizio all’assemblea dei fratelli”.

Nonostante possano esserci stati dei problemi di comunicazione durante il
Sinodo, sia all’interno dell’assemblea, tra i padri; sia dall’interno verso
l’esterno (atteggiamenti, espressioni e dichiarazioni equivoche che hanno
lasciato spazio a dubbie interpretazioni e hanno forse involontariamente
spiazzato e confuso l’opinione pubblica), il dialogo e la collaborazione,
la tendenza a far luce – e non ad imporsi – erano gli atteggiamenti
predominanti.

“Tutti i Padri hanno potuto parlare, e tutti hanno ascoltato – ha detto a
tal proposito il papa all’udienza generale – Ed era edificante
quell’atteggiamento di ascolto che avevano i Padri. Un momento di grande
libertà, in cui ciascuno ha esposto il suo pensiero con parresia e
con fiducia”. Stando al papa, non c’è stato “scontro tra fazioni, come in
parlamento dove, questo è lecito, ma un confronto tra i Vescovi, che è
venuto dopo un lungo lavoro di preparazione e che ora proseguirà in un
altro lavoro, per il bene delle famiglie, della Chiesa e della società”.

Anche all’interno della Chiesa, che è fatta di uomini, ci possono essere
persone che mettono al centro se stesse: che non accettano la logica del
Signore e agiscono secondo una logica puramente umana. La Chiesa, però, è
consapevole di non essersi auto-fondata e di non essere guidata nella
storia da alcuni uomini che – per valore, intelligenza o prepotenza – si
impongono su altri. Sa che i suoi principi non mutano al mutare dei tempi o
dei membri della gerarchia, perché la vita della Chiesa poggia sulla Roccia
che è Cristo (Mt 7, 24-2) ed è lo Spirito Santo, come assicurato dallo
stesso Gesù, che la conduce lungo i secoli “alla Verità tutta intera”(Gv
16,13). A questo proposito è bene ribadire, con il Papa, che “nessun
intervento ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento
del Matrimonio, cioè: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita (cfr
Conc. Ecum. Vat. II,

Gaudium et spes

, 48;

Codice di Diritto Canonico
, 1055-1056

). Questo non è stato toccato”.

I cattolici che prima, durante e dopo il Sinodo sono stati preoccupati per
il futuro della Chiesa, dovrebbero ricordare che nessuno da solo ha il
potere di cambiare o costruire la Chiesa “a proprio piacimento”. Se
tenessero sempre in mente che la Chiesa non è dei vescovi, di un
opinionista o di un sacerdote e nemmeno di Papa Francesco, ma di Gesù
Cristo, potrebbero guardare il presente con serenità e inquadrare il
dibattito attuale sulla famiglia come una “via” che permetterà al Signore,
con i tempi dovuti, di far emergere ciò che Egli vuole per la famiglia.

La famiglia è infatti una realtà tanto preziosa quanto importante per
l’edificazione di una società sempre più umana e non può sfuggire
dall’interesse di Dio e dal faro del Vangelo.

Bisogna avere fiducia nei sinodi, che sono, secondo il papa, “degli spazi
protetti affinché lo Spirito Santo possa operare”. Bisogna avere fiducia
nel fatto che i discepoli di Cristo non sono mai soli, perché Gesù è e sarà
con loro sempre, “fino alla fine dei tempi” (Mt 28, 18-20).

Se si dimentica ciò, con il santo proposito di difendere l’autenticità
della dottrina (interesse di tutta la Chiesa e non solo di una parte), i
cristiani possono finire per arroccarsi sulle proprie convinzioni e
assumere atteggiamenti indisponenti. Questi, oltre ad otturare le menti e
impedire un dialogo vero, compromettono un aspetto fondamentale per la vita
della Chiesa, che è la comunione.

E pensare che è proprio la mancanza di comunione la causa
principale delle rotture famigliari, e anche una delle questioni
pastorali delle quali si è discusso al Sinodo.

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