venerdì, Settembre 29 2023

Il colloquio interreligioso e interconfessionale sulla complementarietà
dell’uomo e della donna tenutosi in Vaticano tra il 17 e il 19 novembre
scorso, pressoché ignorato dai mezzi di comunicazione, sta lentamente
arrivando al mondo del web ad onde concentriche ma, a quanto pare,
piuttosto costanti.

Infatti, molti blog e siti internet hanno riportato la Dichiarazione


Una nuova affermazione sul matrimonio


, testo di notevole forza poetica e di una buona efficacia comunicativa.
Molti altri hanno linkato il

trailer

o gli altri sei video di circa quindici minuti presenti sulla pagina web www.humanum.it.

Al colloquio hanno partecipato 350 persone in rappresentanza di 14
tradizioni religiose e di 23 paesi. Tra le religioni presenti, l’Islam
sunnita e sciita, il buddismo, l’induismo, il Giainismo, la confessione dei
mormoni, varie denominazioni protestanti e, ovviamente, la Chiesa Cattolica .

È stato lo stesso Papa Francesco ad aprire il colloquio con un veemente
appello ai partecipanti affinché «propongano con forza e ispirazione
quest’ulteriore verità sul matrimonio: l’impegno permanente di solidarietà,
fedeltà e amore fecondo corrisponde ai desideri più profondi dell’animo
umano».

I relatori, anch’essi appartenenti a diverse confessioni religiose, hanno
suonato la stessa musica seppur con accordi diversi. Il “La” della sinfonia
lo ha dato Jonathan Sacks, il rabbino di Londra il quale, dopo aver
proposto un affascinante excursus sulla storia dell’istituzione umana del
matrimonio, ha chiosato il suo intervento con un’immagine brillante: «il
matrimonio trasforma la prosa della biologia nella lirica dello spirito
umano».

Questo, invece, è stato il commento di Chaput, l’arcivescovo di Filadelfia,
la diocesi che ospiterà la Giornata Internazionale della Famiglia prevista
per il prossimo agosto: «ho preso parte a molte conferenze in vita mia, ma
questa è stata senz’altro una delle più interessanti, una vera fonte di
energia e di entusiasmo. Sono molto riconoscente nei confronti di chi vi ha
preso parte». Il fatto è che, nelle parole del famoso pastore evangelico
Rick Warren, «più che difendere il matrimonio, siamo chiamati a
celebrarlo».

Eppure, gli ingredienti per attirare l’attenzione dei mezzi di
comunicazione c’erano tutti: un acceso clima di opinione a seguito del
dibattito del Sinodo – mai un Sinodo aveva scosso così l’attenzione e
suscitato tante aspettative come quello celebratosi novembre scorso–; un
summit delle più importanti religioni tenutosi in Vaticano – e per giunta
nella Congregazione della Dottrina della Fede–; la presenza del Papa ad
aprire il dibattito e, non meno importante, un tema decisamente caldo:
uomo/donna/matrimonio. Proprio su quest’ultimo assunto


Papa Francesco


ha ricordato che «i bambini hanno diritto a crescere all’interno di una
famiglia con un padre e una madre capaci di creare un ambiente adeguato e
funzionale alla loro crescita e alla loro maturazione affettiva».

E, ciononostante, è passato per lo più inavvertito sui mezzi di
comunicazione, fatta eccezione per il mondo del web. Grazie al sito che
raccoglie i documentari filmati per l’occasione, oltre alle registrazioni
degli interventi dei relatori, molti altri siti hanno potuto condividerli,
dare notizia del Colloquio ed amplificarne l’eco tra l’opinione pubblica,
almeno di quella parte dell’opinione pubblica che ricerca argomenti e
ragioni e non solamente meri slogan.

Non è mia intenzione esaminare le cause di un tale disinteresse
giornalistico. Tuttavia, non vi è dubbio che la mancanza di una coerente
politica informativa da parte della Santa Sede abbia qualche responsabilità
rispetto a questo diffuso silenzio. Una conferenza che, se avesse avuto
luogo prima del Sinodo, sarebbe stata senz’altro parte di una più ampia ed
efficace politica comunicativa. Di certo, in tal modo, l’attenzione dei
mezzi di comunicazione non è stata distolta dal Sinodo, ma di contro non
sono stati offerti argomenti e fonti –in realtà abbastanza variegati– ai
giornalisti chiamati a documentarlo. E poi? Visto il clima di confusione
che si è venuto a creare durante e in seguito al Sinodo, non sarebbe stata
forse un’occasione d’oro per convogliare l’attenzione dei media
sull’evento? Occasione persa. Non in modo irrimediabile però. Ci sono i
documentari –almeno quelli i cui link sono ancora funzionanti– e gli
interventi dei relatori. In particolare, raccomando la visione di due dei
sei documentari –“Understanding Man and Woman”, n.3 e “Marriage, Culture
and Civil Society”, n. 6–, e consiglio vivamente la lettura del discorso
del Rabbino di Londra Jonathan Sacks:


The love that brings new life into the world

(L’amore che porta nuova vita nel mondo).

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