lunedì, Maggio 29 2023

Il Giubileo della misericordia, con cui
papa Francesco intendeva richiamare l’attenzione sull’ amore sconfinato di Dio e sul suo perdono
gratuito, è stato accolto da moltissimi fedeli con entusiasmo e
gratitudine: circa 20 milioni di pellegrini sono giunti a Roma in occasione
dell’anno santo e non è possibile contare con esattezza quanti hanno
partecipato con fede a questo evento straordinario, nei diversi luoghi
della Terra, dato che le Porte Sante sono state aperte in tutte le diocesi
del mondo.

L’apertura del Giubileo

L’apertura della prima porta santa è avvenuta il 28 novembre 2015, nella
cattedrale di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, Paese
segnato da sofferenze, povertà, ingiustizie legate anche a scontri tra
religioni: lì il papa ha quindi anticipato l’inizio del Giubileo della Misericordia, inaugurato,
poi, ufficialmente l’8 dicembre.

Per quanto insolita possa sembrare questa scelta (per la prima volta nella
storia un giubileo non è stato aperto a Roma), essa
risulta perfettamente in linea con lo stile e la sensibilità del papa,
particolarmente attento, sin dall’inizio del suo pontificato, ai poveri,
agli emarginati, a tutti quelli che soffrono per le guerre.

Si è trattato, quindi, di un gesto simbolico. “In questa terra sofferente
sono rappresentate tutte le sofferenze del mondo – ha affermato il Papa – A
tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un
appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della
giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace”.



Il giubileo della Misericordia: un segno per il mondo, non solo per
la Chiesa

Con questa iniziativa il Papa è riuscito a inserire nella discussione
pubblica sociale la questione della misericordia,
dell’accoglienza e del perdono. I media di tutto il mondo – e non solo
quelli cattolici -, hanno riservato particolare attenzione all’iniziativa
del pontefice. Basti pensare che l’apertura della Porta Santa del Giubileo della Misericordia è stata
effettuata in mondovisione live in tecnologia UltraHD e la copertura
mediatica ottenuta dall’anno santo è stata senza precedenti.

Il prefetto della Segreteria per la Comunicazione e direttore del Ctv,
Mons. Dario Viganò, spiega a tal proposito in

un’intervista

che il papa “è coinvolgente di natura. […] La forza non è tanto della
tecnologia quanto piuttosto di un uomo che fa di un annuncio, un annuncio
che ha il peso della verità della sua storia”.

Il Giubileo non ha lasciato indifferenti neppure molti di coloro che si
sono trovati a raccontarlo dall’esterno.

Interessante, ad esempio, il fatto che uno dei principali quotidiani
statunitensi (e di portata internazionale) come il The New York Times abbia pubblicato

articoli di opinione

inerenti proprio il significato dell’anno giubilare, in cui si spiega, tra
le altre cose, che il papa non vuole “un’adesione intellettuale alla
misericordia, bensì chiede un cambiamento profondo del nostro modo di
essere”.

Notizie inerenti al Giubileo su argomenti che solitamente
scatenano accese polemiche tra cattolici e non cattolici sono poi state
date con sobrietà e rispetto anche da quotidiani che hanno posizioni
diverse da quelle della Chiesa.

Ad esempio, il giornale laico El Paìs, noto per
considerare l’aborto un diritto inalienabile delle donne, (si legga, ad
esempio,


Dieci motivi per non cambiare la legge sull’aborto, Il governo non
può legiferare per compiacere il suo elettorato conservatore


), parla della decisione del papa di estendere ad ogni sacerdote
la possibilità di assolvere chi ha commesso o procurato aborto senza
polemizzare o ribadire la legittimità dell’aborto; anzi, si riportano per
intero le parole del papa, per il quale l’aborto resta “un grave peccato” e
si cita l’esperienza avuta dal pontefice con donne che portano nel cuore
“una grande sofferenza dovuta a quella scelta” (si veda l’articolo


Il papa estende l’autorizzazione del perdono alle donne che hanno
abortito


).

Il Giubileo, poi, in molti casi non è stato raccontato
solo come un fatto di cronaca e non è stato trattato come un argomento che
riguardava esclusivamente una parte della popolazione (i cattolici).
Talvolta, al contrario, la stampa ha veicolato il messaggio stesso che il
papa voleva trasmettere. A tal proposito, si pensi, ad esempio, che alla
chiusura del Giubileo (avvenuta il 15 novembre 2016), in un

articolo

apparso su la Repubblica comparivano già nel titolo le parole
testuali del papa: “Mai abituarsi a chi scarta le persone”.

Sono solo alcuni esempi che rivelano come valori quali la capacità di
chinarsi sui più deboli, di perdonare e accogliere, la premura di non
giudicare gli altri sono stati presentati e in taluni casi promossi anche
nella stampa laica.

Misericordia e famiglia

L’anno appena trascorso è stato dedicato in modo particolare alla famiglia: la crisi che l’istituzione famigliare sta
affrontando in tutto il mondo infatti, è stata al centro dei temi
affrontati dalla Chiesa e non sembra un caso il fatto che il particolare
interesse pastorale dimostrato dal pontefice verso la famiglia sia coinciso
temporalmente con l’anno giubilare.

Il papa ritiene che la famiglia sia il primo luogo in cui
si debba fare esperienza di un amore misericordioso.
Questo emerge in particolare nel documento Amoris Laetitia, uscito
nell’aprile 2016, scritto da Francesco a conclusione del sinodo dedicato
proprio alla famiglia, in cui il pontefice approfondisce
la vocazione degli sposi, chiamati a realizzare un amore che contempli il
superamento del proprio interesse egoistico per lasciare posto alla
prossimità, alla pazienza, alla comprensione. Il tema della misericordia (capacità di chinarsi sulle debolezze altrui)
e del perdono occupano un posto centrale nel documento.

Particolare attenzione è stata riservata alle famiglie ferite: esse, ha
ribadito il papa in più occasioni, devono essere guardate con misericordia dalle comunità ecclesiali. Se, infatti, le famiglie sono chiamate a
diventare luoghi di misericordia e ad essere specchio dell’ amore di Dio sulla Terra, è vero anche che esse sono
istituzioni umane e quindi fragili: il pontefice ha quindi invitato i
pastori e le comunità ecclesiali ad avere uno sguardo amorevole e a
mostrare a costoro l’amore di un Dio che guarisce. “Nessuno – ribadisce il
pontefice nella sua Amoris Laetitia – dovrebbe sentirsi escluso
dall’amore del Padre. «Si tratta di integrare tutti, –
spiega – si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare
alla comunità ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia “immeritata, incondizionata e gratuita”».

La sintesi del papa: la

Lettera Apostolica


“Misericordia et Misera”

Al termine del Giubileo il papa ha scritto una Lettera Apostolica, Misericordia et Misera, in cui ha ribadito e sintetizzato alcuni
contenuti già espressi durante l’anno santo. Tra i punti toccati dal papa
vi sono: la gratuità della misericordia divina, cui gli uomini non devono
porre limiti e il valore propedeutico della legge. Per il papa, che ricalca
lo stile di Gesù presentato nei Vangeli, è la legge che deve essere per
l’uomo e non l’uomo schiavo della legge. Quando Gesù si fa prossimo
all’adultera, dice infatti Francesco, “non s’incontrano il peccato e il
giudizio in astratto, ma una peccatrice e il Salvatore”.

In questo documento il pontefice invita tutti i sacerdoti ad accogliere e
accompagnare i fedeli in difficoltà e li autorizza ad assolvere il peccato
d’aborto, proprio per rendere più accessibile la misericordia di Dio.

Infine, nel documento il papa istituisce la Giornata Mondiale dei Poveri,
nella XXXIII Domenica del Tempo Ordinario. Ecco, allora, che si può vedere
ancora una volta la premura di Francesco per i poveri. “Fino a quando
Lazzaro giace alla porta della nostra casa (cfr Lc 16,19-21) –
sottolinea – non potrà esserci giustizia né pace sociale”.

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