lunedì, Novembre 4 2024

Qualche mese fa ebbi occasione di incontrare un gruppo di sedicenni, in un liceo, durante un incontro organizzato sul tema dell’affettività.

Il docente, infatti, aveva utilizzato un mio romanzo, “Non lo sapevo, ma ti stavo aspettando” (Mimep Docete, 2016) per trattare con loro tematiche quali l’innamoramento, il fidanzamento, il rispetto del corpo e si era accorto di come prevalesse, in quella classe, una visione riduttiva della sessualità umana.

Certamente – riconosceva il professore – la “colpa” non è da attribuire solo ai ragazzi, che si affacciano timidamente alla vita adulta. Il problema risiede, anzitutto, nell’inquinamento costante che respirano. E ciò che inquina la loro visione dell’amore è la pornografia, che dilaga su Internet, ma non solo. E se Internet ha così potere su di loro è perché abbiamo lasciato un vuoto educativo.

Rimasi sorpresa io stessa, in effetti, ascoltandoli parlare. Mi colpì in particolare che avevano un’opinione positiva sulle piattaforme virtuali dove le persone comuni possono vendere immagini del proprio corpo o, addirittura, prestazioni sessuali. Non vedevano nulla di male, per citarne uno, in siti come Onlyfans.

Allarme: gli adolescenti possono vendere le proprie immagini di nudo

Che il sesso “vende” si è sempre saputo, ma se in passato a “vendere il proprio corpo”, erano essenzialmente persone appartenenti al mondo dello spettacolo, con le nuove piattaforme di streaming on-line è possibile per tutti farlo.

Grazie ad Internet e alle diverse piattaforme disponibili, la possibilità di guadagnare “comodamente da casa propria”, vendendo la propria intimità, è alla portata di tutti. Abbiamo già affrontato l’argomento in un articolo dal titolo Onlyfans e twitch: piattaforme di streaming e intrattenimento o prostituzione legalizzata?

Onlyfans nasce nel 2016 come portale in cui le persone pagano per i contenuti (foto e video, live streaming) tramite un abbonamento mensile. Una sorta di pay-per-view in piccolo. È degli ultimi tempi la moda di vendere anche contenuti a sfondo sessuale o violento, vietati dalle regole comportamentali e di copyright, ma che resistono e contribuiscono alla crescente fama della piattaforma, oggi nota soprattutto per questo aspetto.

Il problema maggiore è che gli adolescenti non sono sufficientemente tutelati. Un documentario della BBC “#Nudes4Sales” ha indagato sull’aumento della vendita di contenuti espliciti da parte di minori di 18 anni, mostrando che un gran numero di creatori minorenni usa i social media e le piattaforme di streaming per vendere le proprie immagini o prestazioni in cambio di soldi o doni.

Nonostante le piattaforme provino a censurare determinati tipi di contenuti – è ovviamente illegale che un minorenne si mostri senza veli in rete! – non sempre riescono a farlo o, comunque, non tempestivamente. Questo fa sì che circolino contenuti inadeguati, ancor di più per l’età del soggetto.

In altre parole: gli utenti minorenni riescono a creare i loro account eludendo le verifiche di sicurezza imposte dalle piattaforme, e le piattaforme non sempre riescono a individuare gli utenti che raggirano queste regole.

L’adolescenza: la fase più delicata della vita per l’educazione all’affettività

La solitudine aumenta il rischio di abusare della pornografia. Secondo i dati del Global Digital Report 2020 durante il periodo di lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, le persone hanno intensificato in modo vertiginoso non solo il loro rapporto con i device digitali ma anche con la pornografia. Tuttavia, queste piattaforme diventano esse stesse nuove fonti di solitudine. I ragazzi che si avvicinano alla sessualità attraverso queste modalità impersonali rischiano di perdere la ricchezza delle relazioni autentiche, rischiano di non comprendere il valore aggiunto – ed intrinseco all’intimità – della tenerezza. E dove gli esseri umani si trattano come beni di consumo aumenta la percezione di vuoto interiore.

La fase adolescenziale è una delle stagioni della vita più complesse e delicate: si è turbati dai cambiamenti, incerti sul futuro, si vive elemosinando consensi che possano dimostrare il proprio valore. Questo può portare a vedere di buon occhio persino l’idea che qualcuno paghi per avere la nostra immagine senza veli.

Ecco perché alcuni adolescenti, se non hanno ricevuto un’adeguata formazione e educazione al rispetto del proprio corpo e alla cura della propria affettività, possono facilmente cadere in trappole come quelle tese da piattaforme come Onlyfans.

Anche laddove i ragazzi non siano invischiati in prima persona con queste pratiche (ovvero non vendano o comprino immagini erotiche), simili strumenti influenzano in modo chiave il loro rapporto con la sessualità.; plasmano in maniera inevitabile il modo di guardare al corpo e all’intimità. I giovani rischiano di crescere con l’idea che sia lecito fare qualunque cosa, a patto che vi sia consensualità, procurandosi poi delle ferite.

“Siamo nati per amare”: i giovani hanno bisogno di sentirselo dire

Tornando al mio incontro con i ragazzi del liceo, quando ho parlato di “dono di sé”, di “custodia del corpo”, dell’“importanza di un’intimità vissuta nella purezza” le prime ad alzare la mano, per dirsi contrariate, sono state tre ragazze. 

Il corpo è mio, ci faccio quello che voglio”; “Tu fai come credi, ma io non sono libera come te di fare ciò che voglio?”, “Le tue parole mi fanno sentire giudicata: se io volessi mettere le mie foto su Onlyfans sarei una cattiva persona?” 

Una dopo l’altra, si sono messe sulla difensiva. Alzavano la mano per ribattere prima ancora che io finissi di parlare. Il loro scopo era difendere un presunto bene (la libertà di fare tutto), senza sapere, probabilmente, neppure che esiste un’altra via.

Una ragazza mi ha domandato: “Se marito e moglie vivono l’intimità e decidono di filmarsi, per fare soldi, che male c’è?”

Vorrei riproporre la risposta che ho dato loro e che vorrei dare a tutti i ragazzi che non hanno, forse, ricevuto un’alternativa a quella che il mondo della pornografia – sempre più pervasivo – offre: “Quando un marito e una moglie vivono un’intimità autentica, hanno già tutto ciò che li appaga. Se cercano soddisfazione in altro, forse manca qualcosa in quel rapporto. Se vivi un’intimità così povera da poterla mettere in vendita, semplicemente non hai la minima idea di cosa sia l’amore…”

Per la prima volta, dopo un’ora di discussione, quella risposta li ha lasciati in silenzio. 

In quel silenzio ho visto rinascere, un poco, la mia speranza. 

Alla fine dell’ora, tutti si sono dileguati. Io sono rimasta col docente, ci guardavamo perplessi.

Poi, d’un tratto, vedo avvicinarsi un ragazzo, timido. Era stato sempre attento, ma non aveva mai parlato. Chissà cosa pensava. “Volevo solo dirle grazie per essere venuta…”, mi ha detto. Poi mi ha salutato.

I suoi occhi grati sono stati il segno i cuori aperti ci sono, basta solo intercettarli e donare loro un messaggio diverso, un messaggio che porti valore alle relazioni, anziché svuotarle.

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