sabato, Settembre 30 2023


Il suono del telefono interrompe improvviso il silenzio sordo della mia
stanza. Lascio pigramente che squilli per un pò, solo pochi attimi,
giusto il tempo di vedere le prime goccie di pioggia autunnale
infrangersi rumorosamente sul vetro della mia finestra, come moscerini
in cerca della luce sui lampioni d’estate. Dall’altra parte della
cornetta due voci cordiali mi salutano e mi danno il buongiorno.


Ed è sicuramente un buongiorno quando si ha a che fare con delle
persone che dedicano la loro vita agli altri, senza chiedere nulla in
cambio. Sto parlando della signora Rosanna De Lucia e
di sua figlia Mariangela Affinita, della

Fondazione


Angelo


Affinita Onlus
.


Ho davanti a me il foglio delle domande che mi ero stampato la sera
prima. Ma decido per una volta di andare a braccio. Non voglio una
intervista, come tante ne ho fatte, ma un dialogo vero, per capire cosa
spinge delle persone a donare se stesse, facendo quotidianamente del
bene ad un prossimo che nemmeno si conosce, lontano magari migliaia di
chilomentri dalla propria casa e che spesso neanche si incontrer

à mai. E allora inizio, con una voce inizialmente un pò stentata e
timorosa, prendendo spunto da due frasi di Angelo Affinita che avevo letto
la sera prima. Buona lettura.


“L’azienda è un bene sociale” e “E’
l’uomo che fa la differenza”. Sono parole di Angelo Affinita. Sono
frasi che esprimono la sua umanità e visione .

Chi era Angelo Affinita e come nasce l’idea della sua Fondazione.


Angelo Affinita era un uomo prima che un imprenditore, che amava
mettere le persone al centro del suo progetto di vita. Questa sua
visione sociale era sempre presente nella sua mente: sia a casa con la
sua famiglia e gli amici, sia in azienda con i suoi dipendenti. Proprio
per non dimenticare il suo messaggio, abbiamo voluto creare in sua
memoria una Fondazione. In questo modo continuiamo la sua opera di
solidariet

à e assistenza sociale, tenendo sempre a mente la sua grande esperienza
umana.

E’ in cantiere un progetto di
media education


, per aiutare gli adolescenti a conoscere e a sapersi difendere da
alcune nuove e nascenti problematiche – che non vanno sottovalutate
– come il cyberbullismo, la ludopatia e la dipendenza da
videgiochi?


Conosciamo molto bene tutte queste problematiche che, avete ragione,
non vanno assolutamente sottovalutate. Se ne parla ancora troppo poco,
ma certamente il cyberbullismo, la ludopatia e la dipendenza dai
videogiochi sono le malattie del nuovo Millennio. Va creata una cultura
per sapersi difendere dalle insidie, dai pericoli e dai disturbi che
una dipendenza causa, senza per questo voler demonizzare le nuove
tecnologie, che ci sono di grande aiuto nella vita quotidiana. Come
Fondazione ancora non abbiamo un progetto simile in cantiere, ma non
escludiamo di farlo in un prossimo futuro. Ma pensiamo che oltre
all’aiuto di corsi specifici e alla consulenza di esperti e
psicologici, in questo campo sia molto importante la presenza e
l’educazione della famiglia. Una mamma che segue i propri figli,
insegnando loro ad avere un giusto e sereno rapporto con le cose, anche
con la tecnologia, sar

à mille volte più efficace di tanti corsi.

Quello che ci piacerebbe fare concretamente, è produrre e diffondere
tramite tutte le piattaforme a disposizione, dei video con dei messaggi
positivi sulla famiglia, per promuovere dei comportamenti giusti, come ad
esempio stare tutti insieme a tavola in famiglia all’ora dei pasti.

Quanto la famiglia
è
al centro delle vostre iniziative di solidariet

à. Quali sono i vostri progetti in corso e le iniziative future?

La famiglia, ma in particolar modo i ragazzi, sono da sempre al centro
delle nostre iniziative di solidarietà. In
particolar modo i ragazzi più disagiati e svantaggiati. Tra tutte le nostre
iniziative, una in particolare ci sta a cuore e ci preme sempre ricordare:
il sostegno dato ai bambini brasiliani delle favelas, salvati dalla strada
dagli squadroni della morte e assistiti e cresciuti da Padre Renato Chiera,
fondatore della “Casa do Menor” di Rio de Janeiro. Una realtà davvero
drammatica che noi da qui in Italia non possiamo nemmeno lontanamente
immaginare. Abbiamo costruito delle case famiglia per accogliere imeninos de rua di Padre Renato Chiera direttamente in Brasile,
contribuendo al loro mantenimento e sviluppo attraverso l’adozione a
distanza dei bambini accolti. E’ stata la nostra prima iniziativa, a cui
abbiamo deciso di dare continuità e seguito nel tempo. Tra gli altri
progetti portati avanti ci piace ricordare Casa di Rut,

una casa per accogliere tutte quelle giovani donne migranti, sole o con
bambini, che fuggono da situazioni di grande difficoltà e sfruttamento.

Una nuova iniziativa è Io da grande sarò. Un
progetto dove vogliamo promuovere le capacità umane e
didattiche di giovani e minori che si sono dimostrati studenti particolarmente meritevoli, ma in condizioni
economiche svantaggiate. Un’altra iniziativa che ci piace ricordare è Creattiva. Con Creattiva vogliamo
sostenere la riabilitazione dei minori soggetti a misure detentive,
così da offrire loro una prospettiva concreta di reinserimento in società,
grazie all’acquisizione di competenze professionali, oltre che personali e
sociali.Infine, il progetto MammutBus, dedicato ai bambini
e ai ragazzi di Napoli, per favorire l’integrazione fra i diversi quartieri
della città, attraverso il gioco. Un modo unico e giocoso per sviluppare
anche opportunità di formazione e di lavoro. C’è dietro a questo progetto
una forte

attenzione al territorio e ai bambini svantaggiati, per cambiare il
mondo. Giocando

.


Come si fa a sostenere la vostra Fondazione?


Sul nostro sito

http://fondazioneangeloaffinita.org/sostenitori/

ci sono tutte le informazioni necessarie.

Grazie al contributo di tutti coloro che vorrano, finanzieremo progetti
concreti per favorire l’istruzione e l’impiego di tanti ragazzi e bambini
in condizioni di svantaggio.



Per concludere. Tra valanghe di email quotidiane, messaggi su
WhatsApp, notifiche su Facebook, forse vale la pena ogni tanto
fermarci un attimo, spegnere il telefono e pensare a cosa è
veramente necessaio e cosa invece lo è di meno. Quali sono i vostri
buoni “propositi digitali”?



Bella domanda. Personalmente non ne abusiamo. Cerchiamo di essere
sempre attenti e sereni nell’utilizzo del cellulare e di internet. Come
in ogni cosa, pensiamo però che serva sempre il buon senso e
l’equilibrio per mettere gli strumenti al nostro servizio e non
viceversa. Se possiamo dare un consiglio pratico a chi ci legge – ecco
questo è stato un nostro buon proposito digitale – è di non farsi
prendere troppo la mano dai messaggi che arrivano dai gruppi su
WhatsApp. Soprattutto se il gruppo è numeroso, a volte possono arrivare
nel corso della giornata anche un centinaio tra messaggi e notifiche.
Ecco, forse in questi casi, vale proprio la pena di dirlo e di
sottolinearlo, bisogna fermarci un attimo, bloccare questa valanga di
messaggi o spegnere direttamente il telefonino e pensare ad altro.

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