venerdì, Settembre 29 2023



Reti sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di
evangelizzazione

“: Messaggio di Benedetto XVI sulle Comunicazioni Sociali 2013

La decisione di un Papa teologo di 85 anni di utilizzare periodicamente
Twitter per mandare messaggi a tutti, cristiani e non cristiani, ha
suscitato grande attenzione nei media e a dire il vero anche qualche
polemica – già assopita – in alcuni ambienti cattolici.

Se l’interesse nei primi tempi è stato tutto rivolto a questa novità e
alla curiosità sul numero dei “seguaci” on line, c’è da sottolineare
invece come sia stata data meno attenzione dai media per la riflessione
del Papa sui social network, in occasione del Messaggio della 47a
Giornata Mondiale Delle Comunicazioni Sociali. La offriamo

qui

, con un breve commento di Familyandmedia.

Lo sguardo di Benedetto XVI è sereno ed equilibrato, senza
considerazioni particolarmente romanzate, senza toni trionfalistici
sulla tecnologia o sentenze poco ragionevoli, anche se non mancano
critiche di buon senso.

Le sue considerazioni sono basate su un forte realismo: “l’ambiente
digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte
della realtà quotidiana di molte persone, soprattutto dei più giovani.
I social network sono il risultato dell’interazione umana e, a loro
volta, sono nuove forme dinamiche di comunicazione che creano nuovi
tipi di relazioni: una lettura attenta di questo ambiente è la
precondizione per avere una presenza significativa dentro di loro”.

Le conseguenze per gli utenti, che sono presenti sui social network per
i più svariati scopi, sono di varia natura e così vale anche per quei
credenti che vogliono testimoniare la verità del Vangelo pubblicamente
sulle reti sociali.

Tutti gli utenti dovrebbero garantire l’autenticità della loro
identitàse mirano a stabilire sui social network una vera forma di
comunicazione umana e non a ridurla a un mero scambio di informazioni,
opinioni o, nel peggiore dei casi, ad un persuasivo sfruttamento legato
alla popolarità o alla celebrità. La maggior parte dei social network
richiedono una identità ben definita e certa dei propri utenti, anche
solo per una forma di protezione degli interessi commerciali. La
proposta del Papa però va oltre, nella direzione di una conversazione
veritiera, profonda, più personale. Le Reti sociali richiedono, per
essere tali, uno sforzo da parte di tutti verso un dialogo motivato,
verso un’argomentazione logica. Solo in questo modo essi saranno
davvero inclusivi.

I cristiani, quando usano i social network per testimoniare Cristo
anche sulla rete, lo fanno non solo per essere “al passo con i tempi,
ma anche per consentire che l’infinita ricchezza del Vangelo trovi
nuove forme di espressione in grado di raggiungere le menti e i cuori
di tutti”.

Il Papa, a quest’ultimi, ricorda loro che Dio parla nel “sussurro di
una brezza leggera” (1 Re 19, 11-12) e, quindi, ‘il contatto’ dovrebbe
aprire all’incontro personale con altre persone, altri cristiani, anche
nella preghiera, nella liturgia e nei pellegrinaggi.

“Non fate l’errore di essere su Twitter a scrivere in 140 caratteri
solo perché lo fanno i giovani”, ha detto Alessio Antonielli, un
giovane che ha partecipato alla recente assemblea di novembre del
Pontificio Consiglio per la Cultura.

Previous

Da Sailor Moon a Winx Club, come è cambiato il palinsesto televisivo per le bambine negli ultimi 15 anni

Next

Tutti a tavola! La famiglia è servita

Check Also