sabato, Giugno 10 2023


(Offriamo in anteprima ai nostri lettori l’Introduzione, senza le note,
del libro dello stesso titolo curato da Federica Bergamino appena
pubblicato da Edizioni Sabinae)

Al termine di un corso di Great Books, una studentessa, volendo
evidenziare gli apprendimenti ottenuti, ha scritto qualcosa che trova un
significativo riscontro in prestigiosi autori in materia di letteratura.

Scriveva: “Great Books fomenta la carità perché ci muove verso gli
altri nella prospettiva di chi vuole capire, di chi vuole aiutare. È un
ausilio per integrare diversi modi di comprendere il mondo senza mettere le
nostre idee al primo posto. Great Books è sinonimo di alleanza di
civiltà perché aiuta la comunicazione tra le culture”. Tale sintesi di un
corso di lettura di romanzi mi sembra una conferma eloquente di quanto
sostiene Martha Nussbaum quando scrive: «difendo l’immaginazione letteraria
precisamente perché mi sembra una componente essenziale di una posizione
etica che ci chiede di preoccuparci del bene di altre persone le cui vite
sono lontane dalla nostra».

Forse non è il primo aspetto cui si pensa quando si affronta il tema della
letteratura, del suo rapporto con la realtà o del valore cognitivo, nonché
formativo, che essa ha. Tuttavia ritengo essere questo uno degli esiti più
notevoli in chi legge buone storie: lo sviluppo di un pensiero e di un
atteggiamento pro-sociale, empatico e comprensivo che permette di conoscere
la realtà personale in un modo che aiuta a vivere una vita pienamente
umana.

L’opera letteraria, infatti, riguarda essenzialmente l’esperienza umana e,
come la filosofia e la scienza, aiuta l’uomo a vivere. Ma la modalità in
cui essa aiuta, mettendo il lettore a contatto con la dimensione concreta e
singolare di esistenze personali possibili, ha una sua specificità
esclusiva. Mi limito ad enunciarne qui solo due aspetti essenziali, gli
altri saranno oggetto diretto delle riflessioni interne al libro.

Da una parte l’opera narrativa mette il lettore in comunicazione con
personaggi appartenenti a momenti storici e tradizioni culturali diverse,
facendoli conoscere dal di dentro, ossia nei loro vissuti interiori:
motivazioni, intenzioni, paure, dubbi, determinazioni. Tale conoscenza, tra
le altre cose, favorisce in chi legge, la comprensione dei comportamenti
altrui e talvolta anche dei propri. Questo fa sì che i romanzi non ci
forniscano propriamente una nuova forma di sapere, ma una nuova capacità di
comunicare con esseri diversi da noi; da questo punto di vista si può dire
che essi riguardano la morale più che la scienza. «L’orizzonte ultimo di
tale esperienza – afferma Todorov – più che la verità è l’amore, forma
suprema del rapporto umano», come peraltro ha perfettamente colto la
studentessa di cui sopra.

Dall’altra, diversamente dal sapere scientifico e filosofico, essa si
propone in modo da lasciare libero il lettore di accettarla o meno,
demandando alla sua riflessione l’adesione o il rifiuto. Infatti, la
struttura argomentativa delle scienze o della filosofia funziona in modo
tale che, accettate alcune premesse, s’impone deduttivamente l’evidenza
delle conclusioni. La letteratura, invece, proponendo una storia, invita
alla riflessione, come ricorda Huemer. «Descrivendo un oggetto, un
avvenimento, un personaggio –afferma Todorov- lo scrittore non formula una
tesi, ma stimola il lettore a farlo: propone e non impone, lasciandolo così
libero e al tempo stesso invitandolo a essere maggiormente partecipe». Il
lettore qui non si trova di fronte a verità astratte e apodittiche, ma a
una vita possibile; è libero di confrontarla con la sua, di accettare o
meno quel pensiero, quella motivazione o quel comportamento. E’ come Alice dietro allo specchio; non è costretta a guardarsi dentro o a
entrarci; eppure si guarderà e vi entrerà.

E sono precisamente questi due aspetti, a mio avviso, a permettere che la
lettura di romanzi diventi promotrice di comunicazione tra persone e tra
culture, di alleanze tra civiltà. E’ guardando al dentro delle persone e
amando e favorendo la loro libertà che questo è possibile. Il modo in cui
la letteratura ci fa conoscere la realtà umana, non solo dunque è
estremamente efficace per conoscere l’essere umano e mettersi in
comunicazione con esso, ma è il modo in cui ognuno di noi vorrebbe essere
trattato: con autentica attenzione per la propria interiorità e con un
sacro rispetto per la libertà personale concreta. La letteratura può così
aiutare a conoscere la realtà della persona umana esattamente secondo il
modo in cui essa vuole essere trattata. E’ questo il contesto in cui nasce
il libro, questa la linfa che lo anima. La consapevolezza che la
letteratura sia una delle forme più sublimi per umanizzare il mondo.
Scrivere e leggere letteratura è quindi un atto di omaggio alla dignità
umana; esprime fiducia in essa e rivela che la verità sull’uomo è
precisamente l’amore.

In questo humus, il libro si propone come un insieme di saggi,
alcuni già pubblicati in altre lingue, con diverse prospettive
disciplinari, il cui intento comune è quello di risaltare il ruolo della
letteratura nella vita umana. E’ suddiviso in tre parti: la prima, Il potere della narrazione, affronta il tema della finzione
letteraria in un approccio quasi dialettico con la realtà; la seconda, Letteratura e realtà personale, mira a evidenziare lo strettissimo
rapporto tra la letteratura e la realtà esistenziale della persona umana,
la terza, Letteratura e identità, offre riflessioni sulla
comunicazione e la formazione attraverso la letteratura.

Il lettore potrà così avventurarsi a scoprire com’è possibile che la
finzione letteraria sia assolutamente indispensabile alla conoscenza umana,
anche a quella filosofica (Llano); potrà forse sorprendersi nell’accorgersi
della presenza di letteratura laddove pensava esserci solo verità fattuale
(García Noblejas) e vedere come possano darsi “fatti falsi” e “finzioni
vere” (Presilla). Capirà che determinate realtà della nostra vita sono
accessibili solo attraverso una narrazione (Bergamino) e come il
Cristianesimo possa avere un influsso sulla relazione tra vita quotidiana e
letteratura (Wauck). Ci auguriamo che il lettore troverà pure delle
risposte al disorientamento e amarezza che talvolta può avvertire al
termine di alcuni romanzi (Malo) e che scopra nella letteratura un alleato
potente per elaborare una formazione adeguata alle esigenze dell’essere
umano (González Gaitano).

Previous

Odio, vendetta, riparazione e perdono ne "Il velo dipinto"

Next

Politica e partecipazione su Facebook, YouTube e Wikipedia

Check Also