sabato, Giugno 10 2023

Michele Zanzucchi.

Il silenzio e la parola. La luce – ascolto, comunicazione e mass media

. Collana Universitas, editore Città Nuova (2012).

Immersi in un’epoca dominata dalla ultravelocità delle macchine e
dall’invasività massmediatica, tendiamo a confinare il silenzio ai
margini dell’esperienza quotidiana, sottovalutando finanche la fondamentale
importanza che esso ha nell’economia generale dei processi di
comunicazione. Ad accendere le luci sulla questione ci ha pensato Michele
Zanzucchi con il suo ultimo saggio:

Il silenzio e la parola. La luce – ascolto, comunicazione e mass media

. Un testo impegnativo e di respiro interdisciplinare che ha nelle
riflessioni di Chiara Lubich «la sua logica di fondo» e più in generale nel
pensiero cristiano il punto fermo da cui ripartire, con rinnovato slancio
etico, per un «nuovo inizio della comunicazione».

Giornalista e scrittore, direttore di Città Nuova, periodico del
Movimento dei Focolari, docente di massmediologia e di giornalismo alla
Pontificia Università Gregoriana e all’Istituto UniversitarioSophia, l’autore tesse attorno al binomio silenzioparola, rapporto dalla straordinaria e feconda consistenza
antropologica, una fitta trama che ha nell’immagine
metaforicamente evocata dal richiamo alla luce – un significativo
elemento di novità rispetto ai tradizionali confini del dibattito classico.
Un’interessante riflessione a tutto campo su fondamenti, categorie e
prospettive care ai professionisti della comunicazione e dei mass media –
non a caso destinatari principali di questo saggio – che guarda alle sfide
e criticità dell’attuale scenario in un’ottica di rinnovamento tanto dei
meccanismi interni quanto delle modalità e dei contenuti.

Come la parola, il silenzio è cardine della comunicazione
non una sua negazione o, peggio, uno spazio vuoto di cui aver paura e da
riempire a tutti i costi. Il concetto evoca contesti e sentimenti
molteplici, talora contrastanti tra loro, per via della sua vocazione
polisemica: spazio dell’alterità irriducibile, che esalta il valore
dell’ascolto e della relazione; tempo dell’attesa e della riflessione, che
prepara alla comprensione; luogo dell’incontro con Dio; ed altri ancora.
Per Zanzucchi il suo significato più profondo è evocato dal concetto
cristiano di κένωσις – come ha precisato nel corso della
presentazione del libro presso Radio Vaticana – ed ha come riferimento «il
silenzio di Dio che non è fine a se stesso ma è un silenzio che provoca la
parola, che genera la parola, che permette alla parola di essere parola».

Guida solida ed aggiornata per l’approfondimento di questi temi, il libro
di Zanzucchi è al tempo stesso anche un messaggio di speranza, che ha nella
comunicazione dell’uomo e per l’uomo – fondata sul primato del silenzio
sulla parola – una meta possibile ed auspicabile, in consonanza con il tema
scelto a sorpresa quest’anno dal Papa per la Giornata mondiale delle
comunicazioni sociali: «Silenzio e parola: cammino di evangelizzazione».
Un’inattesa e fortunata coincidenza, certo, ma anche e soprattutto un
orizzonte di senso da recuperare per uscire dall’assordante rumore globale
in cui siamo precipitati.

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