giovedì, Giugno 1 2023


Avatar. Analisi delle dislocazioni mentali, personalità tecno-mediate,
derive autistiche e condotto fuori controllo.

Tonino Cantelmi, Maria Beatrice Toro, Massimo Talli – Edizione Magi, Roma
2010

“Il mio Avatar? Si chiama detestabilis. E’ scritto così, senza maiuscola e
nella vita fa lo sciamano…”. Inizia così, con le parole di un ragazzo
ventenne fortemente dipendente dal pc e da internet, il libro “Avatar” di
Tonino Cantelmi, Maria Beatrice Toro e Massimo Talli, edito dalle edizioni
Magi.

Non si contano più ormai tutti quei ragazzi che stanno alle prese con il
pc, il più possibile lontano da tutto e da tutti, compresi i familiari che
vivono sotto lo stesso tetto. Il loro mondo, è costituito da personaggi
virtuali, l’Avatar appunto, da loro creati per poter vivere e comunicare
nelle comunità virtuali, ormai sempre più diffuse su internet e sempre più
ritenute fonte primaria di socializzazione dagli adolescenti.

E’ come avere un alter ego, ma completamente digitale, un proprio
sostituto a cui dare un nome, un aspetto fisico, un’età, tutte solitamente
non corrispondenti alle proprie caratteristiche reali. Attraverso il
proprio Avatar ci si muove sul web, si gioca, si incontrano altri Avatar,
si costruiscono nuove relazioni virtuali, spesso anche affettive. Si crea
un mondo ed una identità parallela, con delle dinamiche e delle regole del
tutto simili alla vita reale. E’ un fenomeno che merita di essere
analizzato dal punto di vista psicologico e delle emozioni umane, anche
perché, dati statistici alla mano, è sempre più numeroso.

Leggendo i vari capitoli, emerge chiaramente come il tema della dipendenza
dal pc, abbia ormai raggiunto livelli di guardia molto alti. Senza la
tentazione di facile denuncie, si affronta il tema partendo
dall’osservazione che a molte persone capita davvero di vivere momenti di
acuta disperazione se non possono comunicare sul web. Quasi un senso di
soffocamento, di mancanza vitale, di depressione. La frenesia che spinge
alcuni ad essere sempre on line su Facebook, per chattare e vedere i
profili degli altri può essere un esempio attuale. Le nuove tecnologie
mobili, che permettono la navigazione anche sul telefonino, hanno allargato
ancora di più in maniera preoccupante le frontiere di questo fenomeno,
creando una dipendenza non più solamente a casa o in ufficio, ma in ogni
momento della giornata.

E’ la dipendenza da internet che può far raggiungere livelli di assoluta
alienazione e restringere il campo della vita reale al minimo
indispensabile per la sussistenza fisica. E questo comporta anche il
pericolo di andare oltre e passare dalla tecnodipendenza ad uno stato
possibile di “mutazione antropologica”, dove la tecnologia digitale può
influire sui processi e i bioritmi dell’uomo. Può sembrare ancora
fantascienza, ma i sintomi di una realtà del genere iniziano già a farsi
sentire.

Questo libro è il punto iniziale di un nuovo filone di ricerca che vede
come obiettivo l’esplorazione della mente umana, alla luce della
rivoluzione tecnologica di questo inizio millennio. E’ un libro
interessante da leggere sia per chi si affaccia per la prima volta a queste
tematiche, sia per chi vuole approfondire l’argomento, con il sostegno dei
dati di una rigorosa analisi statistica. E’ un testo che non ha la pretesa
di tirare conclusioni, ma vuole semplicemente offrire spunti di riflessione
e critica su tematiche sempre più attuali che costituiranno la vera sfida a
livello scientifico, sociale e tecnologico dei prossimi decenni. L’unica
critica è che in alcune parti il testo è troppo tecnico. Ciò rende la
lettura a tratti difficoltosa, certamente non ideale per i non addetti ai
lavori. Il linguaggio e lo stile, sempre semplice e scorrevole, rimedia
però a tale inconveniente. In definitiva un testo vivamente da consigliare.

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