venerdì, Ottobre 4 2024

Il libro The End of Woman (La fine della donna) è un’opera che segnerà un “prima e un dopo” negli studi emergenti di chi intede spiegare una delle ideologie più discusse del nostro tempo: il femminismo. In effetti, in un mondo che diventa sempre più “femminista”, a forza di disprezzare progressivamente l’immagine del maschio, tanto che si è addirittura affermato che un autentico cristiano – o, in sua mancanza, un autentico democratico – non può permettersi di “non essere” femminista, risulta di massima importanza ripensare rigorosamente questo movimento ideologico, a partire dalle sue vere intenzioni, attingendo alle sue fonti originarie. Tale tentativo dovrebbe portarci a esaminare le ragioni di un gruppo selezionato di donne controverse, che hanno compreso la vita delle donne a modo proprio, agendo di conseguenza e propagando in modo particolare le loro idee, le quali possono essere soggette a una revisione ponderata.

La dottoressa Gress afferma, in queste pagine di facile lettura, che il femminismo è essenzialmente un’ideologia promossa per sradicare il famigerato “patriarcato” maschile. Per raggiungere questo obiettivo, tuttavia – forse inconsapevolmente – il femminismo si è radicalizzato ed è riuscito a normalizzare il comportamento maschile come norma sociale, minando la stessa femminilità delle donne. “La cosa più grave che ci accade”, diceva il mio maestro Rafael Alvira, “è la progressiva scomparsa dello specifico femminile, è una situazione che si caratterizza, come tutta la modernità, per il predominio del potere, ovvero dell’elemento maschile, che è il principale” (Filosofía de la vida cotidiana, 2001, p. 20). Questo lo possiamo dimostrare guardando alla promozione dell’aborto come diritto inalienabile della donna, e che, tuttavia, ha portato in alcune parti del mondo ad abortire più donne in grembo che uomini.

Non può mancare, in questa analisi, il fenomeno della pornografia e delle sue nuove varianti “domestiche”, presenti nella cultura di TikTok e OnlyFans, entrambe piattaforme dominate da donne che esibiscono il proprio corpo in cambio di cifre stratosferiche.

Inoltre, assistiamo ad un gran numero di atleti maschi “trans” che si identificano come “donne” per competere e vincere tornei femminili, sostenendo che “le donne trans sono donne”. Insomma, il femminismo ha lasciato le donne in una strana ambivalenza, che le mantiene in uno stato permanente di autosfruttamento (con indiscutibile successo), infelicità e insoddisfazione, con una notevole dipendenza dallo Stato, in costante guerra con gli uomini e lontane dalla maternità.

Ma non tutto è perduto, perché la dottoressa Gress (moglie e madre di 5 figli) crede che attraverso la riscoperta della vera femminilità – nell’ottica della maternità – sarà possibile per la nostra società decadente rimettersi in piedi. A sostegno di questa tesi si uniscono autrici di grande rilievo come Suzanne Venker, Mariolina Ceriotti Migliarese o María Calvo. Inoltre, ci parla della necessità imperante per le donne di fare pace con gli uomini in modo definitivo, così come con la possibilità della maternità. Infine, ma non meno importante, sarà anche necessario che la donna faccia pace con se stessa, cosa che sarà possibile se lo farà di fronte a Dio. “La porta è aperta”, ci dice la dottoressa Gress, “le luci sono accese… Potete tornare a casa”.

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