lunedì, Dicembre 9 2024

La chiave di lettura per rispondere al quesito posto dal titolo, orientamento sessuale o esistenziale, sta proprio qui, nei due documentari che commento di seguito.

Non sono discorsi. Paul, Rilene, Dan e Rubén, sono quattro persone vere, in carne ed ossa che condividono davanti ad una telecamera un’esperienza molto simile: raccontare la loro decisione di rinunciare alla loro attrazione verso persone dello stesso sesso, e di abbandonare il loro stile di vita immorale e disordinato, per accogliere Dio nei loro cuori. La loro è un’esistenza vissuta senza regole e limiti, apparentemente piena di successi. Ma allo stesso tempo si rivela un’esistenza piena di grande sofferenza interiore, di travaglio e di ricerca, fino a che non trovano la chiave di svolta che permette loro di cambiare le proprie vite.

Certo, continuano ad avere le stesse tendenze, ma ora hanno trovato il vero senso della propria esistenza. Stiamo parlando dei protagonisti di due documentari che sono stati realizzati recentemente in inglese ed in spagnolo: ” The desire of everlasting hillse “Te puede pasar a ti” (Capitolo 2). Nel primo documentario, Paul, Rilene e Dan, con l’aiuto di un intervistatore, raccontano la loro esperienza in modo sereno, con uno sguardo di affetto verso quelle persone che hanno incontrato sulla propria strada: da tutti hanno imparato qualcosa. Le loro storie sono raccontate in modo parallelo e ripercorrono le loro vite, offrendoci una visione profonda dei loro desideri più intimi, delle loro preoccupazioni, dei loro sentimenti, dei loro risultati e fallimenti fino al momento in cui trovarono Dio.

Nella prima parte del secondo documentario invece, il regista Juan Manuel Cotelo racconta la storia di Rubén, mostrando, con l’aiuto di alcuni attori, alcune fasi della sua vita, partendo dalla premessa – che suona come un mea culpa – che a volte alcuni cristiani non hanno saputo accompagnare e aiutare le persone omosessuali. Nella seconda parte invece propone questa stessa storia a diverse persone che hanno vissuto un’esperienza simile (un ragazzo gay che non ha nessuna motivazione alla conversione o a cambiare un determinato stile di vita) e commenta le loro impressioni.

Entrambi i documentari offrono un’esperienza reale, senza pretese moralizzatrici. “The desire of everlasting hills” propone la storia in una chiave più lineare dal punto di vista della narrazione, in un modo semplice ma diretto, lasciando agli stessi protagonisti il compito di parlare e di raccontare i loro sentimenti e le loro attuali sensazioni, senza entrare in eccessivi dettagli. Questo aiuta ad entrare nelle vesti dei personaggi e a capire tante cose.

Te puede pasar a ti: Rubén

Il documentario “Te puede pasar a ti” segue uno schema narrativo diverso perché parte dalla storia di Rubén come spunto per generare il dialogo con altri personaggi: ci offre l’interazione tra Rubén (attraverso la sua storia), e personaggi con attrazione verso persone dello stesso sesso. Questo documentario ha sicuramente una maggiore forza dirompente rispetto all’altro, é pensato più per persone che non condividono determinate visioni sul modo di affrontare l’omosessualità. Per questo motivo, alcune scene potrebbero sembrare crude e forti, per essere pensato in funzione di un determinato pubblico, e forse sembrerebbero più adatte ad un ambiente ostile, ma sono altrettanto efficaci. Rubén ci racconta la sua storia fatta di relazioni squallide e di prostituzione fin dalla prima giovinezza. Trascorre lunghi anni di vita sfrenata e senza regole fino a che decide di fare un patto con Dio. Frenare gli eccessi in cambio di un lavoro. Dio fa qualcosa in più: lo cambia progresivamente, malgrado scopra di essere affetto da AIDS.

The desire of everlasting hills

L’altro documentario ha per protagonisti le storie di tre ragazzi: Paul, Dan e Rilene.

Paul riconosce di avere avuto molti compagni nel corso di una vita sfrenata e promiscua. Una notte, vedendo la televisione, chiama il suo compagno Jeff per ridere insieme di una suora che sembra un pirata solo perché porta una benda sull’occhio. Non sa che si chiama Madre Angelica e che ha avuto un drammatico ictus. Mentre si burlano di lei, lo colpisce al cuore una frase pronunciata proprio da quella suora sull’amore di Dio verso i suoi figli. Passa poco tempo che, di nascosto, Paul torna a cercare nuovamente quel canale televisivo, senza farsi scoprire dal suo compagno. Dio inizia ad entrare piano piano nella sua vita, fino a che decide un giorno di andare in una Chiesa a confessarsi.

Dan ci racconta invece di tutta la sua rabbia per tutto quello che provava interiormente e per la sua angoscia ogni volta che contemplava la cupola di una Chiesa vicino alla quale passava frequentemente in automobile. Inizia una relazione con un ragazzo, Jason fino a che, con sorpresa, si sente attratto verso una collega di lavoro. Incomincia a uscire con questa ragazza, Kelly fino a che scopre che la donna non vuole avere figli né una famiglia. Si lasciano dopo un anno e quando decide di tornare a cercarla si accorge che ha già un altro uomo. Rimane profondamente deluso e pieno di sconforto e dopo un lungo travaglio, si mette di nuovo alla ricerca di Dio. Ora sente la sua protezione ogni volta che vede la cupola di una Chiesa dall’automobile.

La terza storia ci racconta di Rilene e dei suoi 25 anni vissuti insieme a Margo, la sua compagna, e della sua frustrazione per il fatto che nessun ragazzo gli aveva chiesto di uscire durante la scuola né durante il periodo dell’università. Inizialmente la vita era stata generosa con lei, grazie ad un lavoro e ad una buona condizione economica. Anche la loro relazione andava bene. Tuttavia con il tempo, Rilene sente che qualcosa non va più bene e inizia a pensare che fosse colpa del ritmo del suo lavoro che lo costringeva a viaggiare frequentemente. Piangeva a volte e sentiva dentro una forte solitudine quando ritornava in aereo a casa ad Atlanta. Improvvisamente, tutto cominciò a girare male: gli investimenti economici, problemi lavorativi di vario genere, che naturalmente furono causa di tensione e di forte crisi. Nel 2008 la compagna Margo gli prospetta la possibilità del matrimonio gay in California. Rilene tuttavia decide di mettere fine alla loro relazione. La solitudine lo persegue e si rende conto che, in realtà, si era sempre sentita sola. Il suo terapista gli parla della relazione con Dio. Finisce per parlare con Padre Bob e inizia a provare la pratica religiosa. Poco tempo dopo, a Margo viene scoperto un cancro e Rilene l’ assiste con affetto negli ultimi mesi della sua vita, per fargli sentire il suo calore e la sua vicinanza. Vuole farle sapere che, nonostante non avesse accettato di proseguire lo stile di vita che avevano avuto negli anni scorsi, le voleva ancora molto bene, anche se in un modo diverso.

Orientare l’esistenza e la sfera affettiva

Come interpretare il messaggio di questi due documentari? Si tratta di esperienze di vita da condividere con semplicità, senza imposizioni e giudizi, raccontate con gentilezza e affetto nonostante tocchino dure situazioni esistenziali. Ogni storia ha un protagonista reale, in carne ed ossa, e tutta una serie di sentimenti in contrasto tra loro che escono dai loro cuori. Non si danno ricette né soluzioni. Si ride, si piange, si soffre e ci si emoziona. Alla fine rimane la gioia di trovare, finalmente, un Dio personale attraverso la confessione e attraverso l’incontro con altre persone. Le storie trasmettono l’emozione e la pace di essere tornati a casa, di avere ricevuto una speranza che è necessario trasmettere anche ad altri, di avere trovato un senso agli affetti e alle pulsioni che inizialmente avevano fatto smarrire i protagonisti. Conoscere tutto questo mondo interiore, ci aiuta ad ascoltare, a capire meglio e ad accettare le persone come sono, aiutandole a scoprire la purezza e la pace attraverso la fede.

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