lunedì, Dicembre 9 2024

Avatar. Analisi delle dislocazioni mentali, personalità tecno-mediate, derive autistiche e condotto fuori controllo.

Tonino Cantelmi, Maria Beatrice Toro, Massimo Talli – Edizione Magi, Roma 2010

“Il mio Avatar? Si chiama detestabilis. E’ scritto così, senza maiuscola e nella vita fa lo sciamano…”. Inizia così, con le parole di un ragazzo ventenne fortemente dipendente dal pc e da internet, il libro “Avatar” di Tonino Cantelmi, Maria Beatrice Toro e Massimo Talli, edito dalle edizioni Magi.

Non si contano più ormai tutti quei ragazzi che stanno alle prese con il pc, il più possibile lontano da tutto e da tutti, compresi i familiari che vivono sotto lo stesso tetto. Il loro mondo, è costituito da personaggi virtuali, l’Avatar appunto, da loro creati per poter vivere e comunicare nelle comunità virtuali, ormai sempre più diffuse su internet e sempre più ritenute fonte primaria di socializzazione dagli adolescenti.

E’ come avere un alter ego, ma completamente digitale, un proprio sostituto a cui dare un nome, un aspetto fisico, un’età, tutte solitamente non corrispondenti alle proprie caratteristiche reali. Attraverso il proprio Avatar ci si muove sul web, si gioca, si incontrano altri Avatar, si costruiscono nuove relazioni virtuali, spesso anche affettive. Si crea un mondo ed una identità parallela, con delle dinamiche e delle regole del tutto simili alla vita reale. E’ un fenomeno che merita di essere analizzato dal punto di vista psicologico e delle emozioni umane, anche perché, dati statistici alla mano, è sempre più numeroso.

Leggendo i vari capitoli, emerge chiaramente come il tema della dipendenza dal pc, abbia ormai raggiunto livelli di guardia molto alti. Senza la tentazione di facile denunce, si affronta il tema partendo dall’osservazione che a molte persone capita davvero di vivere momenti di acuta disperazione se non possono comunicare sul web. Quasi un senso di soffocamento, di mancanza vitale, di depressione. La frenesia che spinge alcuni ad essere sempre on line su Facebook, per chattare e vedere i profili degli altri può essere un esempio attuale. Le nuove tecnologie mobili, che permettono la navigazione anche sul telefonino, hanno allargato ancora di più in maniera preoccupante le frontiere di questo fenomeno, creando una dipendenza non più solamente a casa o in ufficio, ma in ogni momento della giornata.

E’ la dipendenza da internet che può far raggiungere livelli di assoluta alienazione e restringere il campo della vita reale al minimo indispensabile per la sussistenza fisica. E questo comporta anche il pericolo di andare oltre e passare dalla tecnodipendenza ad uno stato possibile di “mutazione antropologica”, dove la tecnologia digitale può influire sui processi e i bioritmi dell’uomo. Può sembrare ancora fantascienza, ma i sintomi di una realtà del genere iniziano già a farsi sentire.

Questo libro è il punto iniziale di un nuovo filone di ricerca che vede come obiettivo l’esplorazione della mente umana, alla luce della rivoluzione tecnologica di questo inizio millennio. E’ un libro interessante da leggere sia per chi si affaccia per la prima volta a queste tematiche, sia per chi vuole approfondire l’argomento, con il sostegno dei dati di una rigorosa analisi statistica. E’ un testo che non ha la pretesa di tirare conclusioni, ma vuole semplicemente offrire spunti di riflessione e critica su tematiche sempre più attuali che costituiranno la vera sfida a livello scientifico, sociale e tecnologico dei prossimi decenni. L’unica critica è che in alcune parti il testo è troppo tecnico. Ciò rende la lettura a tratti difficoltosa, certamente non ideale per i non addetti ai lavori. Il linguaggio e lo stile, sempre semplice e scorrevole, rimedia però a tale inconveniente. In definitiva un testo vivamente da consigliare.

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