venerdì, Marzo 29 2024

Giornalismo è, o dovrebbe essere, sinonimo di informazione e informare significa permettere ad altri di accedere con facilità a delle notizie utili per loro o comunque rilevanti nel contesto sociale in cui vivono.

Una caratteristica del giornalismo che molti notano, è la continua proposta di “cattive notizie”. “Good news, no news”, sembrerebbe essere il motto di molti addetti alla stampa o dei mezzi di informazione in genere.

Comunicare esclusivamente – o quasi – cattive notizie comporta dei problemi, dal punto di vista psicologico di chi le legge ma anche di vista della qualità dell’informazione: innanzitutto crea una distorsione della realtà nel lettore, che può essere portato a credere che nel mondo accadono solo fatti orribili, trascurando, invece, tante realtà positive che non gli vengono raccontate o ricordate.

Inoltre, può portare ad accentuare sentimenti negativi e condurre molti al disfattismo.

In altre parole, leggere e ascoltare nei telegiornali o nei siti di informazione soltanto cattive notizie può portare, nel lungo termine, a prosciugare la speranza e la proattività di molti. Per fare il bene e impegnarci abbiamo bisogno di credere che non “non sia tutto inutile”.

L’equilibrio del giornalista: 3 consigli di buon senso

Dunque, se siamo dei giornalisti, che cosa fare per trovare un equilibrio? Il giornalismo non deve essere realista? Non deve comunicare le brutte notizie?

Certamente non può essere così: non viviamo in un mondo fatato, il male c’è, e i cittadini hanno diritto di sapere ciò che accade intorno a loro.

Vorremmo, però, di seguito, proporre tre suggerimenti per raccontare la verità, senza edulcorarla, e al tempo stesso salvaguardando la fiducia – nella vita e nel prossimo – dei propri lettori.

 1) Bilanciare possibilmente in modo equo le buone e le cattive notizie nel proprio canale di informazione

Ad esempio, se si deve comunicare la notizia di un terremoto o di una catastrofe naturale, è giusto dichiarare il numero delle vittime e commemorarle; al contempo, però, è bene cercare notizie di gesti di solidarietà, di persone disposte ad aprire le loro case per aiutare, il numero dei soccorritori che si sono prodigati per aiutare e, se ci sono, anche a distanza di tempo, testimonianze di persone che hanno saputo ritrovare il loro spazio, la loro dimensione, più forti di prima.

Se si deve comunicare la caduta di un aereo, si comunichino anche i dati su tutti i voli che avvengono in una giornata in tutto il mondo, per mostrare che, sebbene gli incidenti accadano, la scienza e la tecnologia fanno sempre dei passi in avanti. Non si tratta di sminuire il fatto, cui si dovrà dare il giusto risalto, ma di fornire un quadro oggettivo, per evitare che il fruitore dell’informazione viva nel terrore.

 2) Mostrare situazioni in cui da un male è scaturito un bene

Facciamo un esempio: dobbiamo dare la notizia di un ragazzo o una ragazza che sono morti prematuramente. Di certo, è doveroso fare sapere della scomparsa di quella persona, che merita di essere pianta e ricordata, però, al contempo, potremmo cercare e raccontare storie dove una situazione dolorosa (come la perdita di un figlio) si è trasformata in occasione per fare il bene, per aiutare, per interrogarsi sul senso della vita e sul “dopo”. Anche notizie apparentemente poco importanti come questa meritano invece uno spazio nel panorama dell’informazione, perché possono essere di incoraggiamento, di aiuto, di ispirazione per tanti altri in situazion simili.

 3) Utilizzare i mezzi di informazione per far conoscere le tante realtà di aiuto presenti nella società e talvolta non conosciute

Facciamo degli esempi: dobbiamo dare la notizia di una violenza e di un abuso? Contemporaneamente, nello stesso giornale, cerchiamo di parlare di realtà positive, magari vicine geograficamente ai lettori cui ci rivolgiamo, che lottano contro tutto questo: centri di aiuto alla vita, centri antiviolenza per donne e bambini, centri per persone diversamente abili, centri di riabilitazione dalle dipendenze, centri di aiuto per gli immigrati, case famiglie; istituzione ecclesiali che accolgono e supportano difficoltà di vario genere.

Nel mondo ci sono tantissimi ambienti positivi e soprattutto tante persone di buona volontà che ogni giorno mettono il loro tempo e la loro professionalità al servizio di altri. Far conoscere il bene che si dirama nelle nostre comunità è un dovere di un buon giornalista: accrescerà la fiducia nel genere umano e motiverà tanti altri al medesimo impegno nel bene.

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