lunedì, Ottobre 7 2024

Quale papà o mamma non guarda mai il cellulare davanti ai propri figli? Chi di noi genitori, quando gioca o dialoga con loro, mantiene sempre nei loro confronti la completa concentrazione, senza lasciarsi distrarre dagli schermi?

Ovviamente, nessuno. Se c’è qualcuno che riesce in una simile impresa, ovvero riesce a stabilire un confine netto e invalicabile tra il tempo che passa con i bambini e il tempo in cui utilizza il proprio smartphone, allora ha davvero tanto da insegnare a noi comuni mortali.

È inevitabile, nell’era del digitale e dell’iper-connessione, che gli strumenti digitali esercitino un’importante pressione su di noi e che dunque ci “chiamino” anche quando ci troviamo con i più piccoli.

Quanti noi, però, sanno che passare molto tempo al cellulare, in presenza dei nostri figli, danneggia il loro sviluppo emotivo?

I bambini e gli schermi

Ci siamo soffermati più volte sui danni che può avere nello sviluppo dei bambini la loro eccessiva esposizione a tablet, tv e cellulari nell’età prescolare e non solo. Gli esperti chiamano questi strumenti “ciucci digitali”. I genitori li utilizzano, infatti, per sedare pianti o come baby-sitter da sfruttare per poter fare altro. Eppure, sono veramente molti i problemi associati ad un abuso di questi strumenti.

Un aspetto a cui, tuttavia, si potrebbe non pensare è che anche utilizzare con troppa frequenza la tecnologia davanti ai figli, limitando l’attenzione e la comunicazione nei loro confronti, può compromettere la nostra relazione con i piccoli e il loro sviluppo emotivo.

Prendere coscienza dei propri limiti ed errori è il primo passo

Tengo a precisare che da madre sento di dover fare un sonoro mea culpa. Quando mi arrivano dei messaggi, spesso fatico a ritardarne la lettura e la risposta, prendendomi così dei giusti rimproveri dai figli, perché magari in quel momento stiamo facendo qualcosa insieme.

Ebbene sì, ci sono anche io – pur non volendo – tra le mamme che si sentono dire dai figli: “Mamma, basta telefono!” oppure: “Non guardare lì, hai visto il mio disegno?”.

È bene che noi genitori prendiamo consapevolezza che lasciarci assorbire dagli schermi danneggia noi, che perdiamo l’occasione di osservare i nostri figli crescere, danneggia loro, che si sentono messi in secondo piano, a favore dei contenuti che scorrono sul nostro telefonino.

Lo studio

Secondo uno studio dell’Università della California, utilizzare spesso il cellulare vicino al proprio bambino limita le interazioni e ha effetti negativi sullo sviluppo. Non basta non concedere, o permettere poco, lo smartphone ai propri figli. Robin Nabi, professoressa di comunicazione dell’Università della California, ha mostrato che guardare spesso il cellulare davanti ai figli potrebbe avere un impatto negativo sullo sviluppo della loro intelligenza emotiva, ovvero su “quelle abilità mentali che consentono a una persona di riconoscere, capire e gestire i propri stati emozionali e quelli degli altri”.

L’esperta avverte: “Per un bambino, un caregiver con lo sguardo assorto nello schermo è distante”

Quanto detto fino ad ora non vale, certamente, solo per i genitori, ma per chiunque abbia in carico il bambino (nonni, zii, baby-sitter): lo smartphone o il tablet diventano una barriera rispetto alle richieste e al bisogno di attenzione dei piccoli. “Le persone nascono con un certo livello di intelligenza emotiva che varia da individuo a individuo ma che nella vita, specie nell’infanzia, è una dote che si può sviluppare – spiega Nabi – Ci sono persone che hanno, per natura, una sensibilità maggiore nel cogliere sfumature emozionali, altre meno, ma tutti possono migliorare il proprio livello di intelligenza emotiva che ha impatti rilevanti sulla vita di tutti i giorni, perché significa saper gestire meglio le proprie emozioni, anche l’ansia e la rabbia, e comprendere quelle degli altri”. l’utilizzo costante del telefonino davanti alla figlia o al figlio limita la crescita di queste abilità emozionali, indipendentemente dal tipo di contenuto che un genitore può visualizzare sul proprio telefono, perchè “quello che il bambino vede – puntualizza Nabi – è una mancanza di reattività, una faccia inespressiva”. È importante, allora, che “i genitori siano più consapevoli della frequenza con cui usano i telefoni davanti ai loro figli e che tengano presente che i bambini valutano come prioritario ciò che loro guardano”.

Come sono stati raccolti i dati della ricerca

Il lavoro condotto dalla professoressa Nabi ha visto coinvolti 400 genitori di bambini dai 5 ai 12 anni. Sono state effettuate diverse valutazioni, nelle quali i genitori hanno misurato il livello di consapevolezza emotiva dei propri figli, la loro capacità di controllo e il loro grado di preoccupazione verso gli altri. Tra le domande poste nel questionario distribuito alle famiglie veniva anche chiesto quali fossero i media utilizzati abitualmente in casa e quale la frequenza con cui ci si dedicava ad altre attività come leggere, ascoltare musica e giocare. Dai dati raccolti è emerso che l’unica variabile associata a una minore intelligenza emotiva del bambino era quando i genitori utilizzavano il cellulare in presenza dei figli.

Alcune regole di buonsenso

Se portare a zero il consumo tecnologico davanti ai nostri figli è pressoché impossibile, l’esperta spiega che è importante impostare delle regole chiare. Una tra tante? Niente telefoni durante il pranzo o la cena, condividere con i figli ciò che si sta facendo, in quel momento e perché; visualizzare contenuti assieme quando possibile per condividere l’esperienza. “Gli smartphone sono strumenti per i quali non abbiamo ancora grandi regole, possono fare cose meravigliose, come aiutarci a rilassarci, connetterci con altre persone e ci permettono di imparare e conoscere cose nuove. Ma possono anche essere problematici, a seconda di come li usiamo. Trovare un equilibrio è la chiave”, questa la sua conclusione.

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