martedì, Aprile 16 2024

È più di un anno che viviamo ormai delle relazioni sociali “filtrate” dagli
schermi (e non solo “per colpa nostra”) e sto notando come gli strumenti che spesso ci aiutano a comunicare (e
bisogna riconoscerlo, soprattutto in questo tempo!), a volte ci fanno
invece cadere in delle trappole che impediscono l’autenticità dei rapporti.

Avevamo già evidenziato

alcuni limiti degli strumenti pensati per metterci in contatto

, ma il problema ha diverse sfaccettature. Ora ne vedremo alcune.

Qualche mese fa, una persona che non vedevo da molto tempo – anche a causa
della pandemia – ha chiuso la nostra amicizia (dopo una discussione un po’
accesa partita dalla teoria gender, dove io sostenevo la

necessità di riconoscere la differenza di genere

) semplicemente bloccandomi sui social.

Non una parola, non un chiarimento.

Un semplice “click” e tutto finito. È stata una vicenda triste, dalla quale
però ho imparato molto…

1.

I social non agevolano le discussioni su tematiche sensibili

Quel giorno, i toni si era scaldati per colpa di entrambe. Perché, lo
riconosco,

quasi nessuno è esente dal pericolo “spersonalizzazione” che i social
favoriscono

, né è esente dalla tentazione del botta e risposta che
può proseguire pressoché all’infinito.

Faccio mea culpa per aver deciso di “sviscerare” una questione tanto seria
e complessa (quantomeno per la realtà socio-culturale in cui ci troviamo),
invece di “stroncare” dopo aver esposto sommariamente la mia opinione, per
poi dire: “ Riprendiamo il discorso quando ci vediamo di persona”.

Se vogliamo dire il nostro pensiero senza essere risucchiati da un vortice
litigioso, è più efficace essere brevi, delineare senza troppe epopee la nostra posizione, con la
proposta di parlarne in un contesto più idoneo.

E una volta che il litigio è avvenuto sarebbe meglio riproporsi di
risolverlo dal vivo.

Perché

i social hanno lo strano potere di farci vedere l’altro come un vero
mostro

.

I sentimenti sono anestetizzati dalla tastiera: non vedi in faccia la
persona con cui parli e ti è più facile “sparare” cattiverie che
guardandola in viso non diresti mai…

Invito, quindi, me e ognuno di voi a non rovinare dei rapporti per la
fretta di vedere la propria ragione impressa in un commento.

2.


Avere il coraggio di dire le cose in faccia: un’attitudine che
stiamo perdendo

D’altro canto, trovo problematico anche il comportamento di una persona –
adulta come me, intelligente, con dei titoli di studio, stimata in molti
ambienti – che pensa di poter chiudere un’amicizia di anni su un social
network.

Devo dirlo, per giustificare la mia perplessità: si trattava di una ragazza
che era stata con me in dei momenti importanti (ad esempio il giorno del
mio matrimonio, il battesimo di entrambi i miei figli, il funerale di mia
madre). Veniva spesso a trovarci e faceva anche da baby-sitter ai miei
bambini.

Un “click” e tutti noi siamo spariti dal suo orizzonte
.

Invito ognuno di noi a riflettere se usa i social per togliersi le castagne
dal fuoco o ha ancora il coraggio di parlare faccia a faccia con le persone
anche quando si deve comunicare disappunto, dispiacere o si deve correggere
qualcuno.

Anche se si deve chiudere un rapporto.

3.


Un’amicizia che finisce su un social aveva già dei punti deboli

Ovviamente, non possiamo dare sempre e solo la colpa ai social.

Non tutte le volte che discutiamo su un social network con un amico poi
l’amicizia si chiude per sempre. Anzi, solitamente non accade.

Capita di discutere, ma dove c’è stima reciproca e affetto profondo, le
incomprensioni si sanano.

Perché il bene che ci si vuole conta molto più del contrasto. Non si mette
tra parantesi lo scontro, semplicemente si supera insieme, con la pazienza,
con il perdono.

È probabile che i rapporti finiscano in questo modo quando si hanno già
parecchie diversità di vedute, quando si ha poco in comune, quando si
difendono valori morali differenti:

i social, di fronte al conflitto fanno venir più voglia di chiudere,
che di venirsi pazientemente incontro

.

Però, se siamo onesti, ammetteremo che i social allargano crepe già
esistenti. Era sicuramente il nostro caso.

Invito ognuno di noi a riflettere su cosa si basino le nostre amicizie.
Chiederci se reggerebbero a un litigio su un social forse può essere un
indice per capirne la solidità…

Infine, vorrei ricordare, che i social possono diventare un importante ponte per le nostre
relazioni, specialmente in un tempo dove i contatti sono limitati per cause
di forza maggiore.

Ma sarebbe bello se questo periodo di reclusione ci stimolasse a chiederci
come influisce la tecnologia nella nostra vita.

Dove mi ostacola? Dove mi agevola?

Sarebbe interessante tenere un “diario” in cui annotare con assoluta
sincerità quando i social ci rendono schiavi, ci chiudono, ci fanno
scappare dalle relazioni e quando invece ci aiutano ad amare, a mostrare
affetto e comprensione perché impossibilitati a farlo dal vivo.

Aspettiamo le vostre impressioni e i vostri commenti!

Previous

Pandemia: dalla Spagna un libro che ci fa riflettere…sulla scienza e la sua comunicazione

Next

5 consigli per recuperare la comunicazione in famiglia

Check Also