Misericordia e perdono: le radici nella famiglia
La sovraesposizione dei sentimenti nella nostra cultura, segnata com’è
della presenza diffusa dei mass media e moltiplicata dalla tecnologia
digitale e dalle reti sociali, invece di favorirne la comprensione sembra
facilitarne l’analfabetismo; quasi di conseguenza, l’apprendistato del
perdono, sia nella vita familiare che nel lavoro, diventa una sfida
educativa di primo ordine.
Venerdì 11 marzo presso la Pontificia Università della Santa Croce, si è svolto un
pomeriggio di studio su
Misericordia e Famiglia
in cui si è dato voce ai molti contenuti inclusi e sottesi ai temi della
misericordia e del perdono.
La riflessione è nata all’interno di un gruppo di ricerca interdisciplinare
sul perdono, composto di docenti della Santa Croce in collaborazione con
altre università italiane e straniere, che dal 2010 al 2014 ha riflettuto
sulla natura del perdono e gli argomenti ad esso collegati
cristallizzandone le principali conclusioni in una pubblicazione dal titolo
Liberare la storia
. Prospettive interdisciplinari sul perdono.
Gli autori del libro, psicologi, teologi e filosofi offrono qui una
molteplicità di prospettive sviscerando i temi che l’analisi del processo
del perdono porta in sé: la violenza, il male, la sofferenza, le emozioni,
il conflitto, la colpa e il senso di colpa, e anche le origini della
capacità o dell’incapacità di perdonare. Nel corso della ricerca un
elemento ricorrente è stato quello della famiglia e di come i legami
familiari hanno incidenza nella capacità o meno di perdonare.
Misericordia e famiglia
A motivo di ciò, l’evento dell’11 marzo ha unito i temi della misericordia e della famiglia, invitando,
oltre ad alcuni autori del libro in una tavola rotonda, il professor Amedeo
Cencini, specializzato in psicoterapia e docente di numerosi corsi sulla
formazione e l’educazione affettiva nella vita consacrata alla Gregoriana e
alla Salesiana, e la dottoressa Mariolina Ceriotti Migliarese, medico,
neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta esperta in terapia familiare e
di coppia.
Amedeo Cencini ha sviluppato il suo discorso in due momenti: dopo aver
sottolineato la Misericordia come quel tipo di amore che
va oltre la giustizia e che appartiene come tale all’identità di Dio, ha
proposto un percorso psicopedagogico scandito da tre tappe essenziali per
giungere a percepire la misericordia di Dio: la conoscenza della propria
miseria, l’esperienza del dolore, la sapienza di chi ha una nuova identità,
riconciliata con Dio. In tale percorso Cencini ha evidenziato la differenza
tra sincerità e verità; il ruolo essenziale della sensibilità nel rapporto
con Dio e l’attuale contemporaneo analfabetismo dei sentimenti; il dolore
come alveo di maturazione esistenziale, in cui la persona è chiamata ad
avere il coraggio di percepire appieno la propria impotenza e quindi come
opportunità di esperire la verità di sé come creatura e di Dio come
Creatore Misericordioso.
Perdono e famiglia
Mariolina Migliarese ha analizzato il tema del perdono
nella prospettiva dell’educazione e della famiglia evidenziando come il
perdono si possa imparare e ci siano una serie di competenze da acquisire
per poter arrivare a realizzarlo. La sua analisi si è soffermata in
particolare sul tema del conflitto come momento formativo strutturante
della persona e della relazione, per poi farci esperire un percorso di
perdono attraverso la narrazione di un caso clinico di crisi di coppia.
Al termine delle due relazioni ha avuto luogo la tavola rotonda con i
professori Susanna Pallini, Antonio Malo e Giulio Maspero i quali hanno
risaltato dai diversi approcci disciplinari della psicologia filosofia e
teologia, il ruolo specifico delle relazioni interiorizzate del padre e
della madre nella capacità o difficoltà di perdonare della persona umana.