venerdì, Aprile 19 2024

Davanti all’avanzata inarrestabile di apparecchi elettronici, social, app,
chat che rendono il nostro mondo sempre più “digitalizzato”, possono
sorgere spontanee negli educatori alcune domande: come fare perché i più
piccoli facciano un corretto uso della tecnologia?

Quando proporre determinati strumenti? A che età si può possedere, ad
esempio, un cellulare o essere iscritti ad un Social Network?

Ogni cosa a suo tempo, dicono i saggi: questa massima dovrebbe valere anche
per l’utilizzo della tecnologia.

Perciò, con cautela – e senza pretesa di esaurire una problematica in
continua evoluzione – cercheremo di offrire, di seguito, alcune semplici
linee guida.

Per i più piccoli…

1)
No a tv, tablet e telefonini prima dei due anni

I pediatri, generalmente, concordano su questa indicazione (abbiamo preso
come esempi l’

Italia

e gli

Stati Uniti

):

non ci sarebbero “vantaggi educativi” nel sottoporre bambini al di
sotto dei 24 mesi ad immagini, video, cartoni animati o giochi
elettronici

. Al contrario, sarebbero limitanti per la loro crescita. In quella fase,
infatti, il bambino ha bisogno di altro per il suo
sviluppo (manipolazione, coinvolgimento di più sensi, attività motoria,
scoperta del mondo in modo “tangibile”). La fruizione passiva di un
contenuto digitale/virtuale non ha queste caratteristiche. Inoltre, le immagini multimediali sono troppo complesse per l’attività
neuronale presente a quell’età.

Certamente, siccome non viviamo su Marte, ma in un mondo che ci vede immersi in un contesto multimediale, sarebbe un’utopia
immaginare che i nostri figli possano non avere mai alcun tipo di contatto
visivo con apparecchi o schermi fino a due anni.

Realisticamente, vi consigliamo allora di evitarlo il più possibile (ad esempio non tenendo accesa
la tv costantemente in casa) e di

non ricercare appositamente nell’ambito multimediale attività di
intrattenimento

per loro (mostrando video o cartoni animati…), non perché sia sbagliato
di per sé, semplicemente perché non è ancora il momento!

Ciò che si può fare, invece, sin dai primi mesi, èmettere un CD musicale: ci sono persino dischi studiati appositamente per i neonati, le cui parole
sono sostituite dalle sillabe, così da avvicinarsi al loro modo comunicare
e da simulare il battito cardiaco ascoltato nel grembo materno, dal quale
vengono rassicurati.

2)

Tra i 2 e i 5 anni: non più di un’ora al giorno davanti a uno schermo

Cartoni o video adatti ai più piccoli possono essere strumenti di
intrattenimento e avere valenza educativa in questa fase,
ma non devono essere l’attività principale della giornata. Importante
scegliere contenuti di qualità, non violenti e non lasciare mai da soli i
bambini con il telefono o il tablet in mano, in disparte. L’attività
digitale va sempre condivisa col genitore.

Da evitare possibilmente la sera
: può disturbare il sonno. Molto meglio un libro prima di andare a dormire.

Per i ragazzini…

3)
Quando regalare il primo telefonino?

Per legge –

almeno in Italia

– non si possono intestare sim card telefoniche a bambini al di sotto degli
8 anni e, normalmente, i bambini ricevono il loro primo cellulare a 9 anni.

Come commentare questo dato? È troppo presto? I pediatri generalmente
consigliano di non regalarlo prima dei 10 anni;

alcuni pedagogisti suggeriscono di non dare il cellulare fino alla
prima media (11-12 anni) e lo smartphone fino alla terza

(13-14).

Tuttavia, i contesti possono variare: si devono valutare anche il rischio esclusione o la possibilità che i figli utilizzino
il telefono di un coetaneo, sul quale non si può esercitare controllo. Il
nostro consiglio è fare scelte di buon senso, valutare la maturità e il senso di responsabilità
raggiunti dal proprio figlio e soprattutto stabilire delle regole di utilizzo (ad esempio, non più di
un’ora al giorno e spegnimento subito dopo cena). Può essere utile adottare
dei sistemi di protezione come: parental control,
acquistare telefonini pensati appositamente per i più piccoli, impostare
misure di sicurezza per evitare la navigazione su Internet in siti non
adatti, far capire al figlio che le attività svolte col cellulare vanno
sempre condivise col genitore; giusto per citare alcuni orientamenti.

4)
Quando ci si può iscrivere a un social network?

L’età minima di iscrizione a un social o a un servizio di messaggistica in
Europa non è solo un problema educativo dei genitori: esiste, infatti, un Regolamento europeo (Gdpr) del 25 maggio 2018 sulla
privacy e sul trattamento dei dati personali. L’articolo 8 di tale
Regolamento prevede il

divieto di offerta diretta di servizi digitali (quindi l’iscrizione ai
social network e ai servizi di messaggistica) ai minori di 16 anni.

Questo limite poteva essere ulteriormente ridotto dagli Stati nazionali e
ad esempio l’Italia ha fissato una soglia più bassa: 14 anni.

Attualmente, in Italia, sotto i 13 anni, nessuno può iscriversi ai social
network – in virtù della legge americana alla quale si rifanno le società
che possiedono i social – mentre tra i 13 e i 14 anni si può ma con
l’autorizzazione dei genitori, su cui ricade la responsabilità di eventuali
danni in rete causati dai figli.

Seppure queste siano le regole, non di rado

i genitori acconsentano al “camuffamento” dell’età dei figli

permettendone l’inserimento precoce nel mondo dei Social, forse senza
rendersi conto che non è per il loro bene…

Il nostro consiglio in generale per i genitori è non avere fretta e saper dire di no
quando occorre.

In questo articolo si è pensato specialmente ai “media digitali”. Per i
libri e i film, valgono i criteri di buon senso che le famiglie equilibrate
hanno sempre seguito; libri e film immorali o amorali deformano il giudizio
e quindi occorre prudenza nell’“uso”: soglia di età appropriata -senza
dimenticare che vi sono contenuti inappropriati per chiunque-, considerare
il livello di formazione, prendere “contromisure”, ecc.

In conclusione, come spesso ripetiamo, la cosa più importante è l’educazione della persona, che la rende veramente libera,
responsabile di sé stessa.

Parte dell’educazione ai media consiste nel rispettare i tempi di
maturazione dei giovanissimi, nel non bruciare le tappe.

Torniamo a ribadirlo: ogni cosa a suo tempo.

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